Politica

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Caro Paternostro,
recentemente in due commenti hai parlato di sanità chiedendo all’assessore di spiegare e di avere coraggio.
Forse è la situazione di estrema difficoltà economica della sanità italiana e ligure che aguzza l’ingegno e dà il coraggio di affrontare con determinazione la riorganizzazione del nostro sistema sanitario.
Sicuramente anche i pavidi potrebbero affrontare i cittadini malati, scusarsi e cambiare idea. In questa regione si è fatto così troppo a lungo e mentre la vicina Toscana dimezzava gli ospedali e creava una delle migliori sanità con tanti servizi territoriali qui si continuava ad indugiare sulle stesse indecisioni. Nel 2005 avevamo 27 stabilimenti ospedalieri, la Toscana ne ha oggi 45 con il triplo della popolazione e un territorio molto più vasto.
A fine giugno con la chiusura delle acuzie a Castelletto ne avremo 21. Tutte le strutture sono state o saranno trasformate con servizi diagnostici, specialistici e/o riabilitativi. Il disegno dell’ultimo anno ha subito un’accelerazione perché dopo gli anni del risanamento 2007/2009 con avanzi di bilancio e il faticosissimo equilibrio del 2010, nonostante la stangata di 70 milioni in meno, nel 2011 e nei prossimi anni si sentirà pesantemente il definanziamento nazionale (Fondo + 0,83 con l’inflazione al 2,5%).
Abbiamo il dovere di provare a mettere in sicurezza la nostra sanità evitando, se si può, ai liguri una tassazione senza pari nel passato.
Perciò, pur comprendendo le proteste per la chiusura, ho il dovere di dire a questi signori che ciò che non ci sarà più a Recco si troverà a pochi chilometri a Rapallo e che la nostra comunità non può permettersi due piccoli ospedali a 5 Km. Che dire allora a chi l’Ospedale mai lo ha avuto o lo avrà, ed è abituato a percorrere distanze anche più elevate, o ancora ai tanti che hanno bisogno di cure domiciliari o residenzialità  extra ospedaliere e non la ricevono perché le risorse non sono sufficienti?Per queste situazioni  non nascono comitati, non strillano amministratori ed esponenti politici. Così come nessuno di questi leva la sua voce per dire che è scandaloso che dal 2009 il governo non abbia più messo un euro per l’edilizia e le tecnologie sanitarie, e, se vogliamo, aggiungiamo che la Liguria, come altre regioni, aspetta la firma del Ministro dell’Economia all’accordo 2007/2008 che ci porterebbe 156 milioni per finanziare vari investimenti tra cui il nuovo ospedale di Spezia.
La ragione per cui l’ospedale del Ponente genovese è fermo è tutta li, ma noi siamo pronti a percorrere il tratto di procedure nelle nostre possibilità, confidando che presto questo o un altro governo cambi linea e sostenga la modernizzazione della sanità.

* Assessore regionale alla salute