Cronaca

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"Non ci sono prove" della colpevolezza di Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, condannati all'ergastolo per l'omicidio del comune amico, Francesco Montis, a Varanasi, in India. Lo affermano Euro Bruno e Marina Maurizio, genitori di Tomaso Bruno, appena rientrati dal Paese asiatico. La coppia difende l'innocenza dei due ragazzi sfogliando con rabbia le 75 pagine della sentenza. Secondo i giudici indiani, Francesco è stato stordito con un oggetto, strangolato e soffocato. "Di tutto ciò- ribattono i genitori di Tomaso - le perizie medico legali effettuate anche 60 ore dopo la morte non hanno trovato traccia. Il giudice potrebbe avere addirittura scritto quella sentenza prima che il processo si concludesse". "Quel giudice - continuano - ha commesso una violazione dietro l'altra: ha ammesso a testimoniare persone che non hanno visto ma solo riportato eventi raccontati. Occorre che la Farnesina intervenga sulle autorità diplomatiche indiane per accelerare il processo d'appello", è la richiesta dei due genitori, che lamentano condizioni carcerarie inumane per i due giovani "costretti a lavarsi con un secchio d'acqua e a dormire su stuoie". Intanto gli amici di Tomaso si stringono ai genitori annunciando di essere pronti, se necessario, a "marciare fino a Roma e a protestare sotto la Farnesina".