Cronaca

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Province liguri decapitate dal Governo. Se la manovra sarà quella varata ieri sera dal Consiglio dei ministri, in Liguria scompariranno ben tre province su quattro, Imperia, Savona e La Spezia. Un taglio netto, che risparmierebbe soltanto Genova, contro il quale la difesa dell'ente è bipartisan. "Una proposta Ferragostana" è il commento di Luigi Sappa, presidente della provincia di Imperia, poco più di 222 mila abitanti e una storia di oltre 150 anni che ne fanno una delle più antiche d'Italia. "La mia non è una difesa d'ufficio - aggiunge Sappa, eletto lo scorso anno tra le fila del Pdl - le province sono previste dalla Costituzione e svolgono funzioni importanti. Mi chiedo chi se ne occuperebbe se dovessimo sparire e, soprattutto, se il taglio servirebbe davvero a risparmiare risorse". Leva gli scudi anche Angelo Vaccarezza, il presidente della provincia di Savona, altro feudo del centrodestra in una regione 'rossa' per tradizione con 288 mila abitanti circa. "Se il taglio è pensato per risparmiare - commenta - è un passo ridicolo, la strada sbagliata per riuscire davvero a contenere i costi come ci impone l'attuale crisi economica mondiale". Il giudizio, però, cambia, se "l'intenzione del governo - osserva ancora Vaccarezza - è invece quella di avviare una profonda razionalizzazione della burocrazia nazionale. Solo in questo caso, nel caso in cui il governo voglia fare la 'rivoluzione' e intenda partire dalle province, allora dico che si tratta di una mossa condivisibile". Anche Marino Fiasella, eletto nel Pd alla presidenza della Provincia della Spezia, 223 mila abitanti suddivisi in 32 comuni, non ha dubbi: "E' un taglio inaccettabile", ribadisce sostenendo che "il costo delle province è una pagliuzza rispetto alla trave dell'evasione fiscale. Occorre migliorare i meccanismi di riscossione - conclude - e non cancellare un importante presidio del territorio".