Cronaca

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Liste d’attesa eterne, difficoltà di accesso alle visite specialistiche ed esami diagnostici, una percentuale superiore al 35% dei parti cesarei. E sulla sanità ligure piomba una nuova batosta. Che questa volta arriva dal Tribunale per i diritti del malato “Cittadinanzattiva” che ha realizzato un’indagine attraverso l’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, nella quale emerge che sul fronte della lotta alle liste di attesa le Regioni tardano a mettersi in regola con quanto prevedono le normative nazionali. Sono sette le Regioni nel mirino, perché ancora inadempienti sull'istituzione dei Cup regionali (Recup). Ad affiancare la Liguria anche Abruzzo, Campania, Calabria, Piemonte, Sicilia e Veneto. Le Regioni però si differenziano per il numero di prestazioni per le quali hanno stabilito tempi massimi di attesa: si va, per esempio, dalle 125 prestazioni del Piemonte, le 101 della Provincia autonoma di Bolzano e le 100 di Lombardia e Provincia autonoma di Trento, alle situazioni negative delle regioni sotto accusa, come la Ligurua che ne ha definito soltanto 33. E poi è in aumento la difficoltà di accesso a visite specialistiche e esami diagnostici connessi al percorso nascita, errori nella pratica medica, difficoltà di relazione e mancanza di informazione. E sono solo alcune delle segnalazioni raccolte da Cittadinanzattiva che ha analizzato le differenze regionali in merito al tema dei punti nascita e alla sicurezza della donna e del bambino. Dal Rapporto dell'Osservatorio viene fuori che anche in questo caso la Liguria ha una percentuale di cesarei superiore al 35% che non accennano a diminuire nel corso degli anni, aggiudicandosi il primato nel Nord.