Cronaca

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Gli operai di Fincantieri e la città di Genova  sono stati presi  in giro  da un governo allo sfascio, che va avanti per inerzia, spinto dalla modesta risacca di un gruppetto di parlamentari senza arte, né parte , né partito, dove non esiste più un ministro dell’Industria e dove i poveri parlamentari liguri contano meno di un consigliere di circoscrizione. La risposta del governo è quanto di più vergognoso possa esserci, una sberla ai lavoratori e una beffa alla città. Mi auguro che in questo momento gli spettri dei partiti esistenti, che si reggono su giochetti teatrali da palcoscenico parrocchiale, mettano da parte le idiozie di cui si stanno occupando da alcuni mesi e provino a lavorare per un Paese senza futuro e che ha fatto carta straccia del suo passato. E che i politici e gli amministratori genovesi e della Liguria facciano lo sciopero della politica, abbandonando le conventicole e le quotidiane inutilità e  facendo sì la fronda ma per Genova e per le sue industrie. Prima che, per davvero, gli operai dei cantieri che hanno fatto la storia di Genova vengano “ribaltati a mare”.