Cronaca

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Alcune considerazioni sul reparto di cardiologia dell’ospedale Gallino di Genova Pontedecimo.
 
Come si evince dalle linee guida internazionali, solo gli infarti con sopralivellamento ST (cioè quelli a tutto spessore della parete miocardica) necessitano di coronarografia d’urgenza  con eventuale successiva angioplastica e questi pazienti vengono inviati direttamente dal 118 ai Centri dotati di Emodinamica (S. Martino, Galliera, Villa Scassi). Se qualcuno di questi pazienti giunge con mezzi propri al pronto soccorso del Gallino, dopo la diagnosi, viene trasferito (sempre a cura del 118) presso le suddette strutture per la terapia invasiva.
 
Quindi, queste patologie, da quando le suddette procedure d’urgenza sono divenute operative , non sono mai state ricoverate al Gallino nè (a quanto ci risulta)  a Sestri Ponente che possiede una struttura simile.
 
Tutte le altre patologie cardiache (infarti senza sopralivellamento ST, aritmie, scompenso, embolie polmonari, etc.) che non necessitano di esame coronarografico urgente  possono essere agevolmente e proficuamente curate presso la cardiologia di Pontedecimo senza alcun pericolo per la vita dei pazienti tanto è vero che tali patologie vengono da tempo trasferite presso questo centro anche dal pronto soccorso di Voltri, Sestri e Sampierdarena che si trova spesso con carenza di posti letto.
 
Bisogna però ricordare che anche se tali malati sono affetti da patologie che non richiedono procedure interventistiche urgenti, sono comunque pazienti a rischio di altre complicanze per cui è indispensabile avere, oltre alla Guardia continua Cardiologica 24/24, anche letti monitorizzati per il riconoscimento e il trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco che devono essere trattati tempestivamente;
 
Il reparto di cardiologia dell’ospedale di Pontedecimo  possiede le attrezzature e le capacità professionali per far fronte a tali emergenze. Depauperare la Val Polcevera di tale presidio (anche solo ridimensionando la struttura) significherebbe per la popolazione dover raggiungere altri presidi con ovvi rischi per la salute oltre che ai notevoli disagi legati alle distanze. Lo scompenso cardiaco – che è la patologia ormai più diffusa visto anche il prolungamento della vita media della popolazione – è di solito appannaggio delle persone più avanti con gli anni cioè quelle che maggiormente verrebbero penalizzate dalla modifica dell’attuale situazione della sanità della valle.
 
Il trattamento delle forme di scompenso cardiaco più gravi prevede, inoltre, l’impianto di defibrillatori e di pace makers biventricolari. Tali presidi (che da tempo vengono impiantati presso la Cardiologia di PonteX) necessitano di frequenti controlli e periodiche sostituzioni. Se il reparto viene ridotto questi pazienti sarebbero obbligati a recarsi in altri centri (già oberati dai loro casi clinici) per le suddette procedure.   
 
*ex cardiologo Gallino