Cronaca
L'umilta' di Mangia
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Dista poco meno di venti chilometri da Brugnato, quel paese dal nome così particolare. Si chiama Mangia, alcune decine di abitanti. Lo scopri in un territorio aspro, boschi che non ti regalano nulla. Forse un po’ di castagne, ancora immuni dalla malattia. Nulla più. Per le quarantotto ore successive alla catastrofe, chi arrivava da Genova poteva raggiungere la piccola frazione di Sesta Godano soltanto arrampicandosi sui monti del Bracco o di Maissana. Ma ne valeva la pena. Già perché lì vive gente straordinaria. Uomini, donne e soprattutto anziani con gli occhi lucidi. Gente che ha perso tutto o quasi. Nessuna scenata isterica, però. L’immediata constatazione che saranno destinati ad avere una considerazione mediatica inferiore rispetto alle Cinque Terre e ai patrimoni dell'umanità. Probabilmente, pure politica. Ne sono consapevoli. In silenzio, lavorano. E tutto mentre alle loro spalle il monte è movimento. Una frana minaccia Mangia da vicino. Nessuno sa cosa potrebbe succedere alla prossima pioggia. In mezzo al fango, un’anziana donna avvicina il cronista e sotto voce fa: “Oltre alla povera gente delle Cinque Terre, a chi comanda dite di ricordarsi pure di noi che non siamo patrimonio dell’umanità ma soltanto dei nostri paesi sperduti”.
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