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Stravolti orari di lavoro e abitudine, più relax, meno impegni, menù leggeri, più frutta. E per gli acquisti e pure per il tempo libero si scelgono negozi e centri commerciali con l'aria condizionata
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di Michele Varì

GENOVA -E' un esercizio estremo quello di sopravvivere a 40 gradi di temperatura, fra caldo torrido e afa, siccità e animali selvatici che sempre più assediano le città in cerca di cibo e refrigerio. Il ministero della Salute ha emesso il bollino rosso per ondata di calore per il terzo giorno consecutivo a Genova ma anche domani, sabato 23 luglio, e domenica 24, resterà l'allerta massima per caldo sul capoluogo di regione. 

I genovesi stanno forzatamente imparando a convivere con un cambiamento climatico confermato dalla scienza e sempre più difficile da negare.

La Liguria e l'Europa intera boccheggiano, annaspano in una bolla di caldo che toglie la voglia di muoversi. Temperature estreme che fanno capire dove nasce la fatidica indolenza di chi vive nei sud del mondo. Orari di lavoro anticipati, spesso limitati. Niente frenesia meneghina. A imporre i ritmi della vita ora è la temperatura che da giorni anche nelle nostre latitudini galleggia inquietante fra i 30 e i 40 gradi tanto che il Ministero della Salute è stato costretto a diramare il livello massimo di allarme.

Per fronteggiare l'ondata eccezionale di caldo a Genova si è riunito il Coc, il Comitato Operativo che impartisce il decalogo anti malore, come fanno anche i farmacisti, anch'essi, come per il covid, in prima linea.

I servizi sociali monitorano gli anziani soli presi in carico dagli Ambiti territoriali e sociali. Predisposto dalla Protezione Civile un servizio di distribuzione di acqua nelle zone dell'angiporto di imbarco per i traghetti nelle aree di San Benigno dove si possono formare code anche nelle ore più calde.

Caldo e siccità significano anche massima allerta per gli incendi: i gruppi dei volontari anti incendio sono mobilitati per la prevenzione nelle aree boschive a ridosso della città. Attenzione massima anche contro i piromani di professione che in questo scenario potrebbero trovare grande ispirazione.

Fra le mura domestiche il condizionatore fa la differenza e l'afa si combatte anche cambiando il menù: più leggeri, con tanta acqua, niente alcolici e il trionfo della frutta. Lo conferma il giovane fruttivendolo del Bangladesh di via Canneto il Lungo. Lui ammette che l'afa di questi giorni somiglia tanto al caldo subtropicale del suo Paese. E lo ammette senza tradire nessuna nostalgia

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