GENOVA - "È inqualificabile il comportamento di chi non accetta il cambiamento, ma è un caso: Radio Taxi ha imposto il pos sui suoi mezzi già dal 2015". Un episodio che lascia l'amaro in bocca ai genovesi, ma anche alla categoria. La denuncia di Silvia Salis, vicepresidente del Coni, che sui suoi profili social ha raccontato di essersi vista negare la possibilità di pagare con la carta di credito a bordo di un taxi genovese, lascia stupito Valter Centanaro, presidente della Cooperativa Radio Taxi.
"È praticamente impossibile risalire al tassista in questione e quindi fare una istruttoria perchè il taxi è stato probabilmente preso al parcheggio, senza telefonare alla cooperativa". Se venisse trovato e accertato il fatto la sanzione per il lavoratore - come da regolamento - sarebbe una multa salata e la sospensione della licenza. "Quello che so per certo è che, come tassisti, quindi artigiani con la partita iva, ricadiamo nell'obbligo di accettare la carta, senza limite minimo".
Salis: "Volevo pagare col bancomat, il tassista mi ha detto di no" - LA DENUNCIA
Un caso isolato da cui la cooperativa condanna, spiega il presidente, ma un caso isolato, "anche perchè ormai due terzi dello stipendio lo guadagniamo con pagamenti pos".
"Genova ha avuto la fortuna, dopo la pandemia, di essere inondata dai turisti: molti hanno solo il pagamento elettronico. Poi ci sono contratti e convenzioni, come il Bonus regione, che prevede l'utilizzo della carta...se non si accettassero sarebbe un problema".
Dopo il 2020, infatti, sono aumentati esponenzialmente i clienti che hanno deciso di dire addio al contante. "Fino a qualche anno fa ai tassisti, all'avviso di una corsa, veniva comunicato se la persona avrebbe pagato con carta o contanti e anche in base a quello il conducente poteva decidere se accettare la tratta o no. Ormai non è più così, i tempi sono cambiati: si potrà sempre incontrare chi non lo accetta, come in tutti i campi".
IL COMMENTO
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