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L'area interessata è di 270mila metri quadri, sul totale di 1 milione e 200mila
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di Riccardo Olivieri

GENOVA - Il comune di Genova ha fatto la prima mossa per sbloccare la situazione delle aree Ex Ilva, inutilizzate da molti anni, e ha raccolto le dichiarazioni di interesse di quattro aziende - Msc Group, Ignazio Messina & C. spa, Number 1 Lostics group spa e Interglobo - nel settore della logistica predittiva, shipping e trasporto, per l'assegnazione di circa 270mila metri quadrati di quell'area - in tutto sono 1 milione e 200mila -, uno snodo fondamentale per la logistica. Ora la palla passa al Ministero dello Sviluppo Economico e alla concessionaria ArcelorMittal: "Intanto bisogna riaprire l'accordo di programma e capire come ragionare con la società concessionaria - dichiara Davide Falteri, consigliere delegato ai nuovi Insediamenti Aziendali del Comune di Genova -, per vedere comunque, nel rispetto di reciproci interessi, di trovare una soluzione che faccia contenti entrambi. Se ci saranno queste condizioni sicuramente si potrà dar seguito alle promesse fatte che sono state sottoscritte con un impegno occupazionale dichiarato e firmato".

Accordo di programma che per il sindaco Bucci è stato rotto proprio da ArcelorMittal, che in quell'area avrebbe dovuto dare lavoro a 2.200 dipendenti mentre attualmente sono 950 di cui molti in cassa integrazione. Il sindaco vorrebbe proporre un addendum all'accordo, salvaguardando il settore dell'acciaio che ritiene fondamentale per Genova, e concedere le aree a queste aziende, che creerebbero 400 nuovi posti di lavoro: "Ogni metro quadrato del porto deve avere una ricaduta economica e occupazionale per la città - afferma -. Questo è ciò che vogliamo e intendiamo rimboccarci le maniche per lavorare". Secondo il sindaco c'è bisogno di "modernizzazione e digitalizzazione, tutto quello che rende una fabbrica efficente. Quindi nel volere rendere Cornigliano efficiente dobbiamo fare in modo che le aree che non servono siano utilizzate per altre esigenze della città".

Logistica predittiva che consiste appunto nel "prevedere attraverso l'intelligenza artificiale quelli che sono i fabbisogni di produzione, quindi i sistemi di IA comunicano con i magazzini che a loro volta comunicano con la produzione e fanno sì che l'approvvigionamento delle merci sia puntuale" spiega ancora Falteri, che aggiunge: "Gli hub logistici oggi si avvicinano sempre più alle città e devono essere sempre più tecnologici, servono però gli spazi giusti. Il nostro porto è uno dei più importanti del mediterraneo ed è ben collegato, quindi queste aree sono importanti. Abbiamo la fortuna di avere il digitale nella nostra città, oggi avere il cavo dati che arriva a Genova e le società di switch dati rendono competitive le aziende che lavorano nel digitale e nel cloud, che innestano la loro base a Genova, guarda caso proprio dietro il porto. Ci sono le condizioni per far bene".

La società che detiene il diritto di superficie dell'area fino al 2049 e che l'ha data in concessione ad ex Ilva è Società per Cornigliano, il cui vice presidente Santiago Vacca spiega che "ci sono molte aree non utilizzate, ad oggi noi non possiamo disporne perché sono concessionate a una società che l'ha sub concessionata ad altre società". Secondo Vacca "l'area sarebbe votata all'acciaio, ci sono ampie zone non utilizzate. Com'è noto l'interesse strategico di quest'area per l'acciaio italiano è quello di essere uno sbocco a mare per la logistica per le navi".

"Nel 2023 affronteremo scelte strategiche legate al nuovo Piano Regolatore Portuale che decideranno le sorti di Genova e del Porto per i prossimi 30 anni - dice Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale - Insieme a Comune e Regione ci troviamo di fronte a una sfida: raggiungere il duplice obiettivo di valorizzare le aree portuali di maggiore interesse per la città e al contempo destinare aree oggi esterne al porto ad attività logistiche ad alto valore tecnologico e occupazionale naturalmente interconnesse con quelle portuali. Se negli anni passati non si è riuscito a dare una destinazione chiara, strategica e industriale alle aree ex Ilvaoggi questa è un’occasione che non si può mancare".

"Si continua a parlare di aree ex Ilva e dell'interesse da parte di quattro aziende della logistica per 400 posti di lavoro. Non sentiamo invece nessuna parola, e questo ci dispiace e preoccupa sull’importanza strategica della siderurgia per il nostro paese che ha scarse materie prime e che non può permettersi di perdere la siderurgia . Forse non tutti considerano che ciò significherebbe cancellare intere filiere industriali perché andrebbero fuori mercato", spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.

"Continuiamo quindi a chiedere il rilancio della siderurgia con un piano industriale che valorizzi le opportunità e lo sviluppo - continua Venzano -, solo dopo questo si può parlare di insediamenti negli spazi liberi, qui invece si invertono le priorità strategiche. Siamo quindi sempre pronti a confrontarci su ciò che serve per garantire un lavoro di qualità creando assunzioni, ma vanno considerate tutte le priorità del caso".