GENOVA - Continua la lotta degli animalisti in Liguria, dove qualche giorno fa, in Consiglio regionale, è stato approvato il provvedimento sulla regolamentazione in Liguria della caccia con arco e frecce.
"La delibera approvata non rispetta questa base, i cacciatori con l'arco non sono tutti campioni olimpici (e del resto anche i tiratori olimpici non fanno sempre centro perfetto, altrimenti non esisterebbero le competizioni) ed è fin troppo facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano anche per giorni; del resto ormai con l'avvento di Internet non è difficile trovare documentazione fotografica sul punto", si legge nelle centinaia di mail inviate a Primocanale per denunciare il fatto e non solo. Dalla giornata di sabato il tam tam di messaggi di posta elettronica: tutti indirizzati al Presidente di Regione Liguria e a tutti i gruppi dei partiti di maggioranza e minoranza.
Sul sito Change.org la petizione contro la caccia con arco e frecce ha già raggiunto le 31 mila firma nel giro di due giorni: "Tale petizione dovrebbe interessare tutte le persone, perchè è aberrante nel 2023 sottoporre degli animali a delle atroci sofferenze e mettere in pericolo anche persone che passeggiano nei boschi", si legge nel lancio della raccolta firme.
Caccia con l'arco, gli animalisti tempestano di mail la regione - LA NOTIZIA
In merito al dibattito e alle polemiche fatte da vari partiti di opposizione in corso a seguito dell'approvazione in Consiglio regionale, la Giunta regionale specifica che "il provvedimento sulla regolamentazione in Liguria della caccia con arco e frecce, già consentita da una legge nazionale del 1992, non è un'iniziativa della Giunta regionale ma è stato approvato dal Consiglio regionale in modo trasversale da maggioranza e opposizione con 23 voti favorevoli su 28 presenti".
Intanto "l'Italia torna sotto la lente dell'Europa per la pessima gestione della caccia", dichiarano le associazioni Cabs, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e Wwf Italia commentando l'apertura di una procedura Eu Pilot nei confronti dell'Italia per violazione delle norme europee in particolare per mancato rispetto della direttiva Uccelli e del Regolamento europeo che vieta l'utilizzo del piombo nelle zone umide.
La nota, trasmessa dalla Direzione generale Ambiente della Commissione europea, è indirizzata al ministero dell'Ambiente e a 13 Regioni, precisano le ong spiegando che "le numerose e continue infrazioni sono la conseguenza di un sistema basato sulla diffusa subalternità della politica alle associazioni venatorie che si traduce in continue concessioni illegittime che, per meri tornaconti elettorali, mettono a rischio la nostra biodiversità. Se l'Italia non si adeguerà immediatamente alle regole, a partire dai prossimi calendari venatori - rilevano le associazioni - tutti i cittadini italiani saranno costretti a pagare le conseguenze di una pesante procedura d'infrazione".
La Eu Pilot riporta quattro motivi generali di contestazione, che toccano alcuni aspetti cruciali per la conservazione della natura, spiegano le ong aggiungendo che "le numerose infrazioni commesse toccano il cuore della protezione e conservazione della natura e, fatto particolarmente grave, sono reiterate da molto tempo, in evidente violazione di norme e regole comunitarie e nazionali".
Le associazioni chiedono alle Regioni di "adeguare immediatamente i calendari venatori alle indicazioni pervenute dalla Commissione, al ministro dell'Ambiente di sospendere subito la caccia alle 21 specie in cattivo stato di conservazione e di rispondere alla Commissione favorendo, finalmente in Italia, la legalità in campo di tutela della biodiversità e dell'avifauna ambientale".