GENOVA - Arrivano dal Bangladesh, dal Pakistan, dalla Siria, dall'Egitto e uno anche dalla Palestina. Sono i 68 migranti giunti a Genova a bordo della nave umanitaria di Medici Senza Frontiere Geo Barents. "Hanno subito tutti violenze" spiega il capo missione Juan Matías Gil. Tra di loro ci sono sei minori e una donna incinta originaria della Siria, è insieme al marito. Alle 7,30 l'arrivo a Calata Doria della Geo Barents scortata da un'imbarcazione della Guardia di Finanza, poco dopo sullo sfondo ecco la Msc Fantasia che fa manovra e dà l'immagine del contrasto tra due situazioni così diverse.
I migranti sono stati salvati nel Canale di Sicilia in tre diverse operazioni. Qualcuno però ha anche rinunciato a salire sulla Geo Barents e ha preferito proseguire a bordo dell'imbracazione in vetroresina usata per partire. Si tratta del settimo arrivo in Liguria della Geo Barents, il primo alla Spezia avvenne un anno fa, il 28 gennaio 2023. Poi altri tre sbarchi alla Spezia, quindi la decisione da parte delle autorità governative di assegnare il porto di Genova come destinazione Ligure. Con questo sbarco sono quasi 800 i migranti arrivati in Liguria a bordo della Geo Barents, non tutti sono rimasti all'interno del territorio regionale.
Dopo le operazioni di attracco alle 8,30 il personale della sanità marittima di Usmaf è salito a bordo e ha iniziato ad effettuare i primi controlli sui 68 migranti. Tra i primi a scendere proprio la donna incinta accompagnata nelle strutture organizzate dalla Croce Rossa italiana, la Protezione civile locale e l'Asl3 genovese. Solo uno dei migranti è stato accompagnato all'ospedale dal personale sanitario per ulteriori verifiche.
Daniele Ontano della Croce Rossa Italiana comitato di Genova spiega che le operazioni sono proseguite senza particolari criticità. “Abbiamo messo a disposizione anche del personale per il ristabilimento dei contatti familiari, questo vuol dire che chi avesse necessità può chiedere agli operatori di contattare i parenti e far sapere loro che sono arrivati a Genova” spiega Ontano. In tutto quattro gli interpreti chiamati per tradurre dalla loro lingua madre in italiano le esigenze dei 69 migranti.
"Il palestinese non arriva dalla Striscia di Gaza ma da un altro paese, il corridoio umanitario lì è ancora chiuso - spiega Gil, capo delegazione della Geo Barents -. Non tutti arrivano da zone di guerra, scappano da diverse situazioni e convergono però in Libia dove subiscono diverse violenze. Dispiace molto per i minori che hanno un'infanzia rovinata, sono uomini ormai. Hanno vissuto cose che noi non possiamo nemmeno immaginare. La destinazione di Genova è troppo lontana, ci impone 4 giorni di navigazione per arrivare e altri 4 per tornare nel Canale di Sicilia. Parliamo di una sessantina di persone che potevano essere sbarcate nel Sud Italia e poi redistribuite. Per quanto riguarda i 68 migranti non hanno necessità particolari, solo quella di essere presi in cura. Domani ripartiamo per tornare in quella zona. Un messaggio al governo italiano? Abbiamo bisogno di canali legali sicuri senza dover affrontare rischi. Serve un meccanismo di soccorso ufficiale da parte degli Stati, non può essere guidato dagli società civile" conclude il capo delegazione della Geo Barents di Medici Senza Frontiere.
"La macchina organizzativa è collaudata e ha funzionato - ha spiegato l'assessore alla Protezione civile del Comune di Genova Sergio Gambino - Dei 68 migranti 18 resteranno in Liguria suddivisi tra le varie province mentre gli altri 50 saranno accompagnati attraverso dei pullman messi a disposizione da Amt in Emilia Romagna. Dove saranno ospitata? Ancora deve essere definito nel dettaglio".
"Il sistema della Liguria a guida Prefettura è ormai collaudato. Un metodo in totale sicurezza, con discrezione per le persone che stanno soffrendo che devono essere accolte con tutti i crismi per dare loro il conforto che è qualcosa di dovuto in questi casi - spiega l'assessore alla Protezione civile di Regione Liguria Giacomo Giampedrone -. La dignità di queste operazioni con cui la Liguria porta avanti questi sbarchi è esemplare. La collaborazione tra tutte le autorità, le forze dell'ordine è anche un segno di speranza per queste persone che cercano miglior fortuna rispetto al loro Paese e credo sia un modello di accoglienza che permetta a tutte le persone di avere la loro destinazione nel minor tempo possibile".
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