Anche Genova scenderà in piazza per lo sciopero generale di venerdì prossimo, 29 novembre, indetto da Cgil e Uil.
Disagi in città
Le due confederazioni - all'appello manca la Cisl - protestano contro l'ultima manovra finanziaria del Governo di Giorgia Meloni. Il concentramento è previsto per le 9 in piazza Acquaverde dalla stazione di Genova Principe, la manifestazione si snoderà lungo le strade del centro sino a raggiungere piazza Matteotti dove si terrà il comizio conclusivo.
Le motivazioni della Cgil
Per Maurizio Calà, segretario generale della Cgil Liguria, "la manovra non ha una visione sullo sviluppo né nazionale né territoriale e contiene un'idea di privatizzazione del sistema pubblico". Secondo la Cgil mancano le risorse per investimenti nei grandi asset del paese come l’acciaio, l’automobile o l’energia, settori che anche in Liguria attendono da tempo di essere rilanciati, mancano risorse adeguate per i rinnovi contrattuali di milioni di lavoratrici e lavoratori. "È in questo quadro che si colloca la fragile composizione del tessuto economico ligure nella quale il 96% delle imprese sono micro imprese e quasi il 90% dei nuovi assunti è precario, non a caso i dati economici regionali indicano una variazione percentuale del Pil tra il 2018 e il 2022 del 9,1 per cento, dato che pone la nostra regione al di sotto delle percentuali del nord ovest e del sistema paese (10,4 nord ovest, 9,9 Italia). La Finanziaria inoltre non risana i buchi di bilancio della sanità (che in Liguria sono di oltre 250 milioni di euro), non stanzia risorse adeguate per questo delicato comparto né per coprire i buchi di organico (in Liguria manca il 30% del personale) né per nuove assunzioni che riescano a gestire la vergognosa realtà dei tempi delle liste d’attesa".
Dalla sicurezza alla sanità
Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria, interviene invece su sicurezza e sanità: "È anche dalle grandi ricchezze che si possono individuare le risorse per il Paese, scendiamo in piazza anche perché le stragi sul lavoro non accennano a fermarsi e il problema della sicurezza viene completamente ignorato dal Governo. Zero morti sul lavoro è una battaglia di civiltà: per fermare la mattanza occorrono investimenti adeguati. Vogliamo un aumento del numero degli ispettori addetti al controllo del rispetto delle norme di sicurezza e delle misure di prevenzione dei danni in azienda, un inasprimento delle pene per le aziende che violano le norme sulla sicurezza, fino alla chiusura dell’attività, l'istituzione del reato di omicidio sul lavoro e di una procura speciale dedicata solo al perseguimento dei reati legati alla sicurezza sul lavoro".
La manovra "che non funziona"
La richiesta poi è di salari adeguati per i lavoratori della sanità che oggi sono tra i meno pagati d'Europa, assunzione di nuovo personale, liste di attesa più corte per rendere effettivo il diritto a curarsi, investimenti strutturali anche per diminuire il gap tra Nord e Sud del Paese e ancora più sicurezza per tutti gli operatori, che troppo spesso vengono aggrediti e minacciati, vedi gli ultimi casi a Genova al Villa Scassi di Sampierdarena e al Galliera. Secondo Cgil e Uil con questa manovra il Governo infliggerà 7 anni di austerità con la perdita del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. I rinnovi contrattuali, quando vengono rinnovati, non riescono a coprire nemmeno l'inflazione, così come sulle pensioni con rivalutazioni assolutamente insufficienti e con la beffa, per le minime, di un aumento di soli 3 euro al mese. Per Cgil e Uil è inaccettabile che al Paese che paga le tasse non siano riconosciuti aumenti dignitosi e che insieme a questa ingiustizia si riduca anche il perimetro del pubblico a partire da sanità, istruzione e trasporto pubblico.
IL COMMENTO
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