Proseguono le reazioni alla proposta per alleggerite il traffico sulle autostrade liguri lanciata dal senatore e membro della commissione Trasporti della XVII Legislatura Maurizio Rossi. A entrare nel tema è Renzo Rosso, professore ordinario di Idrologia e costruzioni idrauliche al Politecnico di Milano.
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"Dice il paradosso del cornuto: “Ciò che non hai perduto lo hai: non hai perso le corna, dunque le hai”. E il segno delle corna, immortalato da Vittorio Gassman nel film Il Sorpasso, si spreca nei weekend primaverili, quando emergono tutte le insufficienze delle strade italiane, soprattutto nei tronchi già critici ogni giorno dell’anno. Venerdì 18 aprile, c’è chi ha impiegato 9 ore per raggiungere Champoluc da Milano, 174 chilometri, a causa della tremolante frana di Chiappetti a Quincinetto.
Un amico valdostano ha scritto ieri su Facebook: “Liguria 2.0”. Siamo famosi. Non piange solo la Liguria, terra di cornuti autostradali per definizione. Ai quali sarebbe doveroso dare un po’ di sollievo, anche in vista della stagione estiva.
Concordo perciò pienamente con la proposta dell’editore Maurizio Rossi per diminuire i gravi e continui disagi sul sistema autostradale in Liguria. È una indicazione molto dettagliata, frutto di una lunga sperimentazione da parte dei lettori e dei telespettatori di Primocanale.it. Mi permetto tre ulteriori considerazioni, a integrazione di quanto proposto. I temi sono le restrizioni al traffico pesante, il controllo di polizia, l’integrazione logistica.
Restrizioni. La Liguria è i suoi porti, alimentati dai mezzi pesanti, ma anche terra di transito, come Svizzera e Austria. Che cosa fanno gli austriaci, membri Ue, e gli svizzeri, che non lo sono? Applicano drastiche riduzioni al traffico di transito. Per esempio, possono attraversare l’Austria solo 300 camion all’ora nei dì feriali; e, di notte, viaggiano solo TIR Euro 6 con merci deperibili. Senza fare paragoni tra la portata delle Autobahnen e Schnellstraßen e quella delle autostrade liguri, assolutamente sottodimensionate, perché non adottare la stessa politica, salvaguardando i traffici destinati ai porti e alle industrie liguri?
La tecnologia di controllo è tutta disponibile. E a buon mercato. Le motivazioni ecosistemiche che danno per ora ragione all’Austria, perciò mai sanzionata dalla Unione Europea nonostante i mugugni italiani e tedeschi, valgono a maggior ragione per la Liguria, giacché l’Italia ha finalmente inserito la salvaguardia degli ecosistemi nella Costituzione, traguardo per cui mi sono battuto anch’io.
Controllo. L’A7 e la A10 sono una pista da kart dove si cimentavano piloti più o meno improvvisati, soprattutto con targa straniera, svizzera e monegasca, nel pieno disprezzo di limiti di velocità e distanze di sicurezza. Purtroppo non sono kart, ma bisonti da due tonnellate e più. Sulla A26 e sulla A12 il rispetto del codice e dei divieti non è la norma. Il sorpasso tra TIR non è un fatto eccezionale, ma un vizio frequente. E quando si registra un blocco di emergenza in autostrada, qualche camionista incosciente imbocca le statali e le provinciali che scollinano in pianura padana e viceversa, con risultati drammatici per il traffico locale e per chi vive nelle vallate. Basterebbe un minimo controllo per evitarlo.
Tutor e telecamere registrano tutto, senza distinzioni di targa. Per agire, basta volerlo: l’Italia ha il numero più elevato di tutori dell’ordine tra i paesi dell’Unione Europea. L’impunità è il carburante che alimenta l’indisciplina e gli incidenti, che provocano il collasso sempre più frequente di un sistema già al limite. Gli imprudenti devono pagare e pagare salato, non le bollette di Don Abbondio mai riscosse dall’estero, ma con il sequestro temporaneo del mezzo per uno o più giorni. Ci sono ampi piazzali a Ventimiglia e a Sarzana.
Integrazione. Va stimolato l’uso dei traghetti e il trasporto di mezzi pesanti su treni merci, come accade in Svizzera con lo schema tedesco della RoLa, la Rollende Landstrasse o autostrada ferroviaria. A differenza del trasporto intermodale, le autostrade del mare e le ferrovie garantiscono maggiore velocità complessiva, diminuendo i tempi del trasporto da camion a treno e/o nave e viceversa. Una logistica siffatta è anche fonte di occupazione locale, un motore di innovazione e un sollievo ambientale.
In Liguria, l’inquinamento dell’aria non viene preso in seria considerazione per via del regime dei venti che, per fortuna, aiutano a disperdere gli inquinanti. Le autostrade, però, rasentano ovunque gli abitati quando non li segmentano. E questa disattenzione potrebbe costare cara alla salute dei cittadini, a medio e lungo termine.
Per ragioni di sicurezza stradale, riduzione del traffico e protezione dall’inquinamento atmosferico e acustico, nei centri urbani francesi sono vietati i mezzi pesanti con massa superiore a 7,5 tonnellate, a eccezione dei veicoli speciali e agricoli. La Francia non è oltreoceano, ma confina con la Liguria. I TIR che distruggono il tracciato albisolese dell’Aurelia, causando anche dei lutti, a Mentone non possono entrare.
Quando insegnavo all’Università di Firenze, i colleghi mi dicevano: “Ma voi siete francesi, come Garibaldi!”
Renzo Rosso, Professore Ordinario di Idrologia e Costruzioni Idrauliche al Politecnico di Milano