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Il commissario nazionale della lotta alla Psa: "Preoccupa la carcassa trovata a Casella fuori dalla zona circoscritta da recintare"
1 minuto e 21 secondi di lettura
di Michele Varì

Montoggio-Non lascia speranze agli animalisti e alla domanda sull'abbattimento dei cinghiali del Bisagno dice che questa "è una situazione che va avanti da anni e bisognerà provvedere".

Angelo Ferrari, commissario straordinario per la peste suina in Italia oggi ha preso parte ad un convegno organizzato nell'area verde di Montoggio, in alta valle Scrivia, nell’ambito della manifestazione “Cacciatori in festa” organizzata da Federcaccia.

Ferrari ha spiegato che "in Liguria abbiamo da inizio anno 57 casi di cinghiali infetti in tutto. Di questi uno abbastanza recente preoccupa perchè è una carcassa trovata a Casella, oltre l'autostrada, al di fuori della zona che abbiamo circoscritto per il progetto delle barriere, 240 chilometri di rete metallica che dovrebbe essere installata entro agosto tra Piemonte e Liguria. Lo scopo? Quello di contenere i movimenti dei cinghiali della zona infetta, aspettando che la malattia faccia il suo corso".


Non solo: a quel punto, ha spiegato Ferrari, subentreranno i cacciatori per un'attività venatoria nelle zone limitrofe e esterne alle recinzioni per far diminuire la popolazione degli ungulati.


"Devo dire che vedo una luce in fondo al tunnel, piccola, ma c'è", aggiunge Ferrari: "I cacciatori sono stati fondamentali fin dall'inizio dell'emergenza, quando hanno lavorato per l'early detecting, la ricerca, delle carcasse, e lo saranno anche nei prossimi mesi".

Alla domanda sulle polemiche nata dopo la decisione di abbattere il centinaio di animali che abita il Bisagno, nel cuore di Genova, Ferrari ha ribadito: "voglio solo ricordare che è anni che il Comune di Genova vieta di dar da mangiare agli animali presenti nel greto, ci vuole senso civico - conclude Ferrari -. Quella è una situazione che dura da anni e che dovremo affrontare".

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