GENOVA - Non esiste una sola povertà. Tra pandemia e caro bollette sono tante le aziende, imprese ma soprattutto famiglie a trovarsi in difficoltà.
A fotografare la situazione ai microfoni di Primocanale è Lucia Foglino, responsabile dell'osservatorio povertà Caritas di Genova. Secondo i dati di Istat, nel 2021 la povertà relativa è aumentata in Liguria (7,1%), con un accento sull'incidenza delle famiglie: tra il 2020 e il 2021 tale valore è passato dal 6,9% al 7,1%. Prima la pandemia, poi gli aumenti di luce e gas. Le conseguenze non si fanno aspettare e vanno ad incidere sulla vita degli italiani.
"I dati raccontano di una povertà soprattutto legata alle famiglie, non solo economica: non si tratta solamente di non 'arrivare a fine mese'".
I dati genovesi differiscono dalla media nazionale, soprattutto in determinate percentuali. Il capoluogo sembra infatti essere migliorati dal 2021, anche se alcuni numeri destano preoccupazione: "A Genova è più marcata la presenza di donne in situazione di povertà. Si tratta di circa il 56,5%. È grave anche se in passato il dato ha sfiorato il 70, 80% in alcune zone di Genova".
"Ad ogni crisi, economica o sanitaria, l'identikit di chi chiede aiuto cambia. Dal 2007 in poi c'è stata una 'maschilizzazione' di chi si rivolge ai nostri centri di ascolto, mentre dopo il Covid hanno cominciato a essere sempre più prevalenti le donne. Sono sempre le prime a perdere il lavoro..."
Se si parla di stranieri che si rivolgono ai centri di ascolto, invece, si registra una diminuzione (anche se di poco). La percentuale è del 51%. "Un'altra grossa differenza: i dati nazionali parlano di un aumento del 7%, mentre a Genova le persone che chiedono aiuto stanno diminuendo, con un - 8% durante il 2021".