GENOVA-Nel 2021 erano in condizioni di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui. Dati gravi ma migliori rispetto a quelli del 2020, dati che confermano che la povertà assoluta ha toccato i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. E nonostante i numeri fossero già peggiorati due anni fa, le analisi dell'Istat rispetto al 2021 mostrano che il livello di povertà relativa in Liguria è aumentata: dal 6,9% di liguri che risultavano in una situazione di difficoltà nel 2020, nel 2021 se ne registra il 7,1%.
A livello territoriale, nel Nord l’incidenza di povertà relativa si attesta al 6,5%, con valori simili nel Nordovest rispetto al Nord-est (rispettivamente, 6,4% e 6,6%), al Centro è del 6,9% mentre nel Mezzogiorno, dove il peggioramento è più deciso, è pari al 20,8% dal 18,3% (più vicina al valore del 2019, 21,1%). La Liguria continua quindi a posizionarsi sopra alla media nazionale del Nord Italia: a confermare la testi anche l'aumento delle richieste di aiuto arrivare al Banco Alimentare da tutta la Liguria, aumentate in un anno di circa il 25% (LEGGI QUI).
Il numero di persone che rientrano nel parametro della povertà relativa aumenta insieme al prezzo della vita. La Liguria è infatti la terza regione d'Italia per maggior aumento dei prezzi per il mese di febbraio 2022 con +6,4%, solo dietro a Sicilia e Trentino Alto Adige. I dati Istat parlano chiaro: una vera e propria impennata per i prezzi di abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, +14,1% a dicembre 2021, +20,7% a gennaio e +25% a febbraio 2022 (LEGGI QUI). Per cercare di sopperire al problema, a Genova e nel resto della regione, aumentano anche le iniziative nate per tendere una mano a chi non riesce ad andare avanti come il muro della gentilezza a Sestri Ponente, l'emporio solidale in Val Bisagno o la da poco inaugurata "casa per chi non ha casa", una palazzina di quattro appartamenti in Valpolcevera gestiti dalla Comunità di Sant'Egidio.
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La situazione non è comunque grave come in altre regioni del Mezzogiorno, dove nel 2021 si registrano valori più alti rispetto all'anno precedente. Su scala regionale, Puglia (27,5%), Campania (22,8%) e Calabria (20,3%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza, mentre Trentino-Alto Adige (4,5%), Friuli-Venezia Giulia (5,7%) e Lombardia (5,9%) presentano i valori più bassi, in tutti i casi, non significativamente diversi dallo scorso anno, a eccezione della Puglia, quando era pari al 18,1%.
Nel 2021, l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie monocomponente (quelle composte da una persona), (dal 4,5% nel 2020 al 5,7% nel 2021), soprattutto nel Mezzogiorno (dal 9,1% al 12,2%); sono per lo più persone sole over 65 anni per le quali l’incidenza cresce dal 4,4% al 6,6% a livello nazionale, con un incremento più significativo nel Mezzogiorno, dal 7,9% al 13,7%. Tale andamento riguarda anche le coppie con persona di riferimento con più di 65 anni (dal 6,8% all’8,4%), per le quali nel Mezzogiorno l’incidenza arriva al 18,1% (13,2% nel 2020). Anche le famiglie di altra tipologia, che sovente vedono la presenza di più nuclei al loro interno, registrano un incremento di ben 4,1 punti percentuali (dal 21,3% al 25,4%) dovuto in larga parte all’incremento registrato nel Mezzogiorno (40,3% dal 31,6%).
IL COMMENTO
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