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Il segretario del Sappe commenta: "La priorità è la sicurezza, ci sono troppi detenuti psichiatrici, detenuti riottosi e detenuti di difficile gestione che non hanno minimamente intenzione di reinserirsi nella società"
2 minuti e 7 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Da troppo tempo si parla di sovraffollamento delle carceri e tra queste quella di Marassi a Genova è una delle situazioni più evidenti a livello nazionale. La casa circondariale - che in passato ha ospitato ancor più persone rispetto ad oggi - ha una capienza di 535 posti, ma a fine agosto 2023 i detenuti erano 697, secondo i dati dell'Osservatorio Antigone. Questo crea ancor più difficoltà nella vita quotidiana all'interno dei penitenziari, specialmente di fronte a casi come quello del detenuto che prima venerdì è salito sul tetto di Marassi, poi - una volta trasferito a Novara - ha aggredito due agenti.

Detenuto sul tetto a Marassi, trasferito a Novara aggredisce due agenti - LA NOTIZIA

 

Ecco perché Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria, a Primocanale ricorda le richieste che la polizia penitenziaria da tempo ha presentato ai vari governi che si sono susseguiti in questi anni. 

"Servono agenti di polizia penitenziaria, più agenti e più dotazioni di sicurezza. A Marassi abbiamo caschi deteriorati e dotazioni di sicurezza obsolete. Nello stesso tempo chiediamo anche che venga riaperto il carcere di Savona per limitare quello che è il sovraffollamento degli istituti penitenziari liguri"

Anche perché gioverebbe a tutta la regione, non solo a Genova, dato che "oggi in Liguria ci sono 300 detenuti in più della capienza regolamentare. Un istituto, quello di Savona, chiuso da anni". Stando così le cose, aumenta lo stress per chi ogni giorno lavora all'interno del carcere, ecco perché l'appello alle istituzioni locali e nazionali è sempre più ricorrente.

E poi in una casa circondariale con troppi detenuti non si riescono ad offrire tutte quelle possibilità di reinserimento e rieducazione che sono alla base della detenzione. A Marassi, ad esempio, si va dalla scuola al teatro, dal panificio al laboratorio di grafica per i detenuti in alta sicurezza, dalla scuola all'università, dalla biblioteca ai corsi professionali. "L'attività mentale è importantissima per il reinserimento sociale del detenuto. E però è importante anche la sicurezza", ricorda Tristaino.

"Ci sono troppi detenuti psichiatrici, detenuti riottosi e detenuti di difficile gestione che non hanno minimamente intenzione di reinserirsi nella società. Marassi è un punto di riferimento a livello nazionale per quanto riguarda l'attività teatrale. C'è un impegno costante da parte di associazioni esterne, da parte della Direzione e da parte dell'amministrazione penitenziaria, affinché questo possa possa essere portato avanti"

https://www.instagram.com/p/CwqM4XorfUB/

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