ROMA-Si è conclusa a Roma la riunione tra i vertici di Regione Liguria e i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Speranza. Mutui per l'annualità 2022, sospensione dei contributi fiscali e ristori: molti gli argomenti sul tavolo.
Al termine dell'incontro è stato nominato commissario per la gestione per l'emergenza della peste suina Angelo Ferrari, direttore dell'Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, come suggerito dal presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. "Un incontro costruttivo" così il governatore di Regione Liguria Giovanni Toti. Il commissario si occuperà di gestire per conto delle Regioni e del Governo questa emergenza che si è abbattuta sulla Liguria e sul Piemonte, in modo da mettere in campo strategie per restringere la "zona rossa" rispetto all’estensione attuale, che include in tutto 114 comuni di cui 36 liguri.
Sul tavolo anche i ristori, argomento fondamentale all'incontro dove Regione Liguria ha chiesto ai ministri di sostenere adeguatamente gli allevatori ed evitare che i danni conseguenti all'emergenza della peste suina colpiscano a catena tutta la filiera e l'entroterra. "Solo gestendo con prudenza la criticità potremo scongiurare il passaggio dell'epidemia dalla fauna selvatica agli allevamenti tutelando il made in Italy - ha spiegato il vice presidente con delega all'allevamento Alessandro Piana -. Quello che abbiamo voluto rappresentare a Roma è tutto il territorio a 360 gradi dalle strutture di ricettività alle associazioni, dallo sport all' outdoor, fino ad arrivare alle guide ambientali ed escursionistiche. Dal Ministero sono arrivate decise rassicurazioni, con i fondi stanziati a supporto del Paese che seguiranno l'evolversi della situazione. In particolare ho richiesto, di concerto con le Associazioni agricole del territorio, i portatori di interesse e il Sistema Camerale, di prevedere sospensioni dei pagamenti fiscali e previdenziali per le imprese della filiera presenti nei Comuni della zona rossa oltre ad opportune rinegoziazioni dei mutui".
Non solo a Roma, anche a Genova, dopo l'ordinanza regionale del 19 gennaio, si muovono i primi passi per provare a salvaguardare le attività colpite dal documento del Ministero che mette i boschi della zona infetta in un vero e proprio lockdown. Niente più camminate su sentieri, caccia, pesca, mountain biking e raccolta di funghi o tartufi.
Peste suina, arriva l'ordinanza regionale: ristori, regole e deroghe-LE NORME
Il consiglio comunale di Genova ha approvato all'unanimità un ordine del giorno sul tema. "Tenendo conto che il lockdown dei boschi rischia di risultare una misura insufficiente - si legge nel testo del documento proposto dal Pd e approvato con modifiche della Lega - che i cinghiali frequentano comunque anche le aree urbane di Genova e che c'è il rischio conseguenze disastrose per economia legata all'outdoor, si chiede la costituzione di un tavolo permanente tra istituzioni locali e di valutare indennizzi efficaci per tutte le attività colpite."
Intanto continua il monitoraggio sul territorio in alcune zone della provincia di Genova e Savona, dove nel fine settimana 930 operatori impegnati lungo 389 percorsi dell'entroterra, chiuso a ogni attività, hanno trovato 4 carcasse di cinghiali: 2 a Isola del Cantone, 1 a Rossiglione e 1 a Campomorone, per un totale di 7 casi. "Si incomincia a delineare una mappatura precisa del focolaio in attesa di un quadro definitivo che attendiamo a breve - ha concluso Alessandro Piana -, sperando di limitare ulteriormente la zona critica, per poi procedere con gli abbattimenti selettivi che si rendono necessari e svincolare possibilmente dalle limitazioni ministeriali parte degli areali."