LIGURIA - Dopo le petizioni online e i ricorsi annunciati, arriva un chiarimento da parte di Asl per spiegare come verrà applicata l'ordinanza di Regione Liguria in merito all'abbattimento dei suini presenti nell'area 'rossa', che va da Recco ad Albissola e relativo entroterra. Con la peste suina diffusa in quest'area tra Liguria e Piemonte, sono scattati tutti i protocolli che la comunità europea prevede per questo tipo di epidemia: dal lockdown per le aree boschive, interdette all'uomo, al divieto di riproduzione e abbattimento negli allevamenti e nelle fattorie di tutti i suini, fino alle restrizioni a diverse attività nei comuni limitrofi tra cui la caccia. "Stiamo già procedendo all'abbattimento di tutti i capi da ingrasso o da riproduzione, mentre quelli che rientrano nella categoria 'altre attività' potranno non essere abbattuti", spiega Roberto Moschi, responsabile del servizio veterinaria di Alisa.
"Significa che le specie come quella tibetana o vietnamita sono salve, a patto che i proprietari tengano gli animali segregati in casa, senza alcun contatto con altri animali o, peggio, con i boschi"
Una bella notizia per i padroni di maialini 'da compagnia', che dovranno però essere responsabili proprio per proteggere in primis i propri animali. Proprio qualche giorno fa era arrivato l'appello di una proprietaria di un rifugio per animali di Lumarzo per chiedere di salvare i suoi cinque suini (LEGGI QUI). Asl sta facendo i conti con un fenomeno sempre più in crescita, ovvero quello di maialini in appartamento. "Sono classificati come animali zootecnici, ovvero come animali destinati a funzioni economiche come la macellazione".
"Ci è stato chiesto anche qui in Liguria di inserirli nella banca dati per animali da compagnia, visto il fenomeno sempre più diffuso: abbiamo trovato il compromesso della definizione 'altre attività'"
E così può stare tranquillo chi ha un rapporto affettivo con gli esemplari da compagnia, mentre chi aveva un capo anche solo per l'autoconsumo dovrà seguire le direttive dell'ordinanza, per contenere il più possibile la peste suina che, se dilagasse in altre regioni e in altri allevamenti, rischierebbe di provocare perdite ingenti all'economia italiana.
IL COMMENTO
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