GENOVA - Vita in roulotte, spostamenti, scuole nuove, autoscontri da montare e smontare per poi ripartire. Ci sono stati cambiamenti nella vita dei giostrai, molti dei quali ormai hanno allestito in modo permanente la loro attrazione in un luogo che chiamano 'casa' per tutto l'anno. Non è il caso però per coloro che ogni anno portano il divertimento a Genova con il Winter Park. Oltre 100 attrazioni, migliaia di visitatori e nel 2023 anche una nuova location (scelta obbligata) tutta da sperimentare a ponte Parodi.
Nel viaggio di Primocanale alla scoperta del Luna Park e della sua nuova postazione abbiamo incontrato anche le nuove leve, i giovani, i ragazzi che continueranno la tradizione. Tra di loro c'è Samuele, 20 anni, nato in Lombardia e giostraio di terza generazione.
È proprio lui a spiegarci cosa significa nascere e crescere in una famiglia che lavora con i baracconi. "Questa vita ha i suoi pro e i suoi contro - racconta -. Sicuramente non è semplice perché dobbiamo viaggiare sempre, montare, smontare, anche lo stesso stare in giostra non è facile. Dall'altra parte c'è il fatto che non lavoriamo tutti i giorni, ci sono periodi più tranquilli e siamo sempre in compagnia. Visiti tantissime città, ti sposti sempre in posti diversi. Amo il mio lavoro, non lo cambierei per nessun altro".
E prima del lavoro c'è la scuola, che ha il dovere di accogliere i bimbi in qualunque momento dell'anno, anche se per poco tempo. Esattamente quello che fanno i figli dei giostrai.
"Da quando sono nato cambio 15 città all'anno, di conseguenza 15 scuole in 12 mesi. Certo vuol dire sempre ricominciare, cambiare programma, nuovi compagni ma ci si fa l'abitudine, poi hai comunque una famiglia allargata su cui poter contare"
Ma come si diventa giostrai? "Si passa di padre in figlio, è molto difficile diventarlo se non si ha un partente o una storia che si lega al mondo del luna park. Il padre di mio nonno ha iniziato con un castello incantato, a quei tempi ammaestrava le scimmie - continua Samuele -. Facevano di tutto, fumavano, andavano in bicicletta, in moto e facevano i giocolieri. Negli anni ha continuato con gli animali, insieme a mia nonna"
E adesso? "Abbiamo sempre il castello incantato, senza animali chiaramente, solo con il divertimento. Abbiamo anche un'altra attrazione, quella per sparare il tiro a segno. Senza scimmie".
Tra le giostre arrivate a Genova e inaugurate a ponte Parodi venerdì, si sente il rammarico della ancora troppo presente discriminazione che una famiglia di giostrai può vivere, anche solo per il semplice fatto di avere un lavoro atipico e meno ordinario rispetto ad altri. "Secondo me molti non si rendono conto che siamo quasi tutti italiani. Mi dispiace che ci sia sempre un pregiudizio nei confronti dei giostrai, io sono un ragazzo che ha il diploma e lavora duramente. Certo giro l'Italia, non sto mai fermo, ma questo non vuol dire nulla...".
IL COMMENTO
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