SESTRIERE (TO) - Fidato compagno di viaggio in questi anni di Roberto Panizza nelle tappe in giro per il mondo per showcooking, degustazioni, lezioni ed eliminatorie per il Campionato mondiale di pesto al mortaio è il suo mortaio gigante. La storia è affascinante: "Non sono stato io a trovare il mortaio, ma è il mortaio ad avermi trovato", racconta Panizza a Primocanale, tra una pestata e l'altra. "Un mio amico mi ha avvertito che era stato ritrovato durante una ristrutturazione a Oneglia di un convento e così lo abbiamo restaurato".
"Abbiamo stimato che deve avere più di 250 anni"
E il segreto è che il pestello sia in un legno compatto: l'ulivo risulta troppo nodoso, meglio quello di pero, acacia o rovere per ottenere quello che è il pesto più buono. A testimoniarlo sono anche le voci raccolte in piazza Frateive durante i tre giorni della campagna di promozione turistica di Regione Liguria, Pesto Masterpiece of Liguria, che ha portato le trofie ad alta quota. E anche a 2 mila metri, dal Belgio alla Francia, da Roma a Lucca, i tanti hanno confermato la bontà di uno dei piatti simbolo della tradizione ligure.
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