GENOVA - Sarà visibile ancora per questo week-end la mostra "Scripta Manent. Le leggi razziali attraverso i documenti del Consiglio comunale di Genova. Giuseppe Basevi: un caso di scuola”, sita presso il loggiato superiore di Palazzo Tursi (orario 10-18).
"È la prima volta che il tema delle leggi razziali viene affrontato esponendo documenti storici del Consiglio comunale - ha dichiarato il presidente Carmelo Cassibba - e siamo felici del successo ottenuto e delle numerose richieste di prolungarne la durata o renderla permanente, stiamo attivamente lavorando su questo. Obiettivo di "Scripta Manent" è, inoltre, far capire che alcune tecnologie come l'AI, possono essere utilizzate in modo costruttivo e positivo, che esiste un "deep fake" buono. In questa era digitale e spesso fuori controllo, in cui possiamo connetterci e condividere informazioni in modi senza precedenti, abbiamo la responsabilità di utilizzare queste risorse anche per preservare la storia e la memoria. Speriamo di esserci riusciti".
Al centro dell'iniziativa, voluta dalla presidenza del Consiglio comunale di Genova con ILSREC (Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) e con la collaborazione della Comunità Ebraica di Genova (che doveva chiudere i battenti oggi), otto documenti esposti per la prima vota, provenienti dagli Archivi del Consiglio comunale, che testimoniano il periodo storico dal 1926 al 1945, con un focus sulle leggi razziali e le terribili conseguenze che hanno causato. Tra questi la testimonianza dell'allontanamento dal Consiglio comunale del Cav. Giuseppe Basevi perchè ebreo, attuata con l'uso dell'Intelligenza Artificiale e costruita attraverso le sue lettere scritte in tempo di guerra al figlio deportato.
"Il volto di Basevi è stato fedelmente rigenerato grazie ad alcune fotografie donate dalla famiglia - ha dichiarato Fulvio Mastrogiovanni, fondatore di Teseo e Professore di Robotica e Intelligenza Artificiale all’Università di Genova -, le nuove tecnologie legate all’AI, in questo caso le tecniche di AI generativa e “deep fake”, consentono modalità di comunicazione moderne, riconosciute anche dalle nuove generazioni, capaci di essere dirette ed incisive perché il livello di intermediazione del medium tecnologico è ridotto al minimo. Siamo particolarmente contenti di aver contribuito alla propagazione di un messaggio, quello di Basevi, che proviene dal passato, ma mai così moderno e attuale".
IL COMMENTO
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