GENOVA - A Genova due giorni di focus sullo strumento giuridico della mediazione. Al centro di cultura, formazione e attività forensi di Genova i lavori della XXIX Assemblea del Coordinamento della Conciliazione Forense. Appuntamento organizzato dall'ordine degli avvocati di Genova (Clicca qui).
"La mediazione ha fatto dei grandi passi avanti nella cultura giuridica, sociale e civica. Grazie alla riforma Cartabia possiamo dire che le scelte normative, la disciplina ha perfezionato e ha dato maggior valore al significato della mediazione e alla sua funzione. Siamo nelle condizioni migliori perché questa via della gestione consensuale dei conflitti civili e commerciali possa finalmente radicarsi senza più esitazioni prima di tutto di natura culturale" spiega Paola Lucarelli, ordinario di Diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Firenze.
La mediazione permettere anche di abbattere i tempi e alleggerire le attività del tribunale. "Questa è un'altra funzione della mediazione insieme a quella che è la vera e principale funzione di questo strumento: mediazione: far dialogare i confliggenti al fine di comprendere i loro problemi e acquisire la consapevolezza del modo migliore per risolverli insieme. Uno strumento di coesione sociale" spiega Lucarelli.
Ancora a livello universitario i corsi sulla mediazione devono trovare uno sviluppo. "Molti passi in avanti sono stati fatti, molti se ne possono ancora fare. Ormai la mediazione civile e commerciale è entrata nel nostro ordinamento giuridico ma non solo, la mediazione è una nuova cultura giuridica, è il nuovo giurista che non può fare a meno di conoscere questa strada, di acquisire le competenze e offrirsi come professionista del conflitto e della coesione sociale insieme. Bisogna che l'università apra le sue porte a una innovazione culturale, didattica, scientifica e quindi proponga ai suoi studenti una formazione al passo con i tempi della cultura giuridica e della scienza e ricerca giuridica" precisa la docente di Diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Firenze.
I ritardi da parte dell'università nell'affrontare la materia però non sono dettati da una contrarietà all'idea come spiega la docente esperta della materia. "Sono più il frutto di una pigrizia culturale, l'università conosce bene l'esigenza e la necessità dell'innovazione, qui si tratta proprio di costruire una nuova mentalità che poggia su un sistema valoriale che ormai condividiamo nella sua necessità. Ci sono tanti colleghi pronti a costruire questa rete universitaria a favore del radicamento della mediazione civile e commerciale nella formazione universitaria. Si è anche messo mano alla revisione dei sistemi didattici universitari, soprattutto per i corsi di laurea in giurisprudenza e questo rende possibile far entrare la formazione sulla giustizia consensuale nell'offerta formativa delle Facoltà di giurisprudenza".
Nel frattempo si lavoro a un protocollo unitario: "I tempi sono limitati - spiega la professoressa Lucarelli -. C'è la volontà di costruire una rete attraverso la partecipazione a una convenzione, un accordo che prevede dei punti salienti, che sono già stati testati e ben definiti, e poi c'è una formazione dei funzionari addetti all'ufficio per il processo, anche questa è ormai pronta. Si tratta solo di organizzare il calendario. Serve anche una formazione dei magistrati perché ancora c'è bisogno di far conoscere il vero senso della mediazione. Una volta iniziato penso che nel giro di un paio di mesi si potrà iniziare a svolgere le attività progettuali e vederne di lì a breve i primi effetti" conclude la docente di Diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Firenze.
IL COMMENTO
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