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di R.P.

GENOVA - Si è tenuta oggi presso il Sacrario del Passo del Turchino l’80esima commemorazione per le 59 vittime dell’eccidio del 19 maggio 1944 perpetrato dalle SS. Dopo la messa in suffragio, si è svolta la deposizione delle corone e l’orazione commemorativa di Ivano Bosco, Segretario Generale Spi Cgil Genova e Liguria.

A seguito dell’esplosione di una bomba al Cinema Odeon del 14 maggio 1944, che provocò la morte di cinque soldati tedeschi e il ferimento di altri quindici, le SS misero in atto una terribile rappresaglia. Nella notte tra il 18 e il 19 maggio 1944, cinquantanove patrioti vennero prelevati dalla IV sezione del carcere di Marassi, trasferiti nelle località di Fontanafredda nei pressi del Passo del Turchino e uccisi a colpi di mitra. Al Turchino il rapporto tra militari tedeschi uccisi nell’azione partigiana e vittime della rappresaglia fu superiore a quello di uno a dieci adottato per le Fosse Ardeatine a Roma.

A rappresentare il comune di Genova, il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba: "Ricordare l'eccidio del Turchino - ha dichiarato durante la commemorazione - significa riconoscere il coraggio e la determinazione di coloro che si opposero fino alla morte al regime nazifascista, significa ricordare che dietro ogni nome inciso sulle lapidi dei monumenti ai nostri caduti c'è una storia, c’è il dolore di una famiglia, c’è una comunità privata di un suo membro. Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dei martiri del Turchino e, mentre commemoriamo i nostri cinquantanove patrioti caduti per mano delle SS, dobbiamo impegnarci più che mai a preservarne la memoria e a trasmetterne l’importanza alle generazioni future. La memoria storica è un bene prezioso, è il fondamento su cui costruiamo la nostra comprensione del passato e, di conseguenza, del nostro presente e del nostro futuro. Dimenticare significa rischiare di perdere il senso della nostra identità collettiva e dei valori che ci definiscono come società libera e democratica".