Elisa True Crime la nota youtuber da oltre un milione e mezzo di iscritti parlerà del caso Nada Cella. Il nuovo processo per la morte della giovane segretaria uccisa nel 1996, vede al banco degli imputati Anna Lucia Cecere per l'omicidio, Marco Soracco e sua madre per aver favorito la presunta assassina. In occasione dell'uscita del suo nuovo libro Sopravvissuti in cui racconta alcuni casi che "l'hanno particolarmente scioccata" è volata a Genova per far sapere ai suoi fan che affronterà anche casi tutti liguri come il cold case di Chiavari.
Chi è Elisa True Crime?
Elisa De Marco in arte Elisa True Crime, ha aperto il suo canale Youtube nell’ottobre 2020, durante la pandemia dove ha iniziato a raccontare storie di crimini efferati, enigmi irrisolti e misteriose sparizioni. Nel giro di pochi anni i suoi social hanno raggiunto milioni di persone, tanto che le sue storie sono diventate poi un fortunato podcast con cinque stagioni e risultati da record. Nei suoi video che pubblica ogni lunedì su Youtube, tratta da sempre casi di cronaca nera sia americani che italiani, tra questi ci sono anche due casi liguri. Il delitto del trapano, il caso irrisolto dell'omicidio di una infermiera che di notte faceva la prostituta avvenuto nel 1995 e il caso di Roberta Repetto, la 40enne morta dopo l'asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro Anidra di Borzonasca dove "curava" con tisane e meditazione un tumore.
Il firmacopie a Genova
Dopo i successi di Brividi e di Manipolatori, per promuovere il suo nuovo libro la giovane torinese ha lanciato un tour di firmacopie in varie librerie d'Italia tra cui la Feltrinelli di Genova. In centinaia sono stati i suoi follower liguri che hanno deciso di mettersi in coda per avere qualche minuto insieme a lei. Proprio lì, nonostante una febbre debilitante, ha dato un'anticipazione a Primocanale: nuove puntate dedicate al cold case chiavarese.
Il caso di Nada Cella
Chi ha ucciso Nada Cella? Dopo quasi 29 anni è cominciato il processo per l’omicidio della giovane segretaria massacrata nel '96 a Chiavari nell'ufficio del commercialista Marco Soracco in cui lavorava. Il 6 maggio di quell'anno dopo essere giunta al lavoro verso le 8.35 intorno alle 9 ricevette una persona che aveva suonato al citofono, fu quindi aggredita e colpita almeno quindici volte alla testa e al pube con un oggetto contundente che non è mai stato ritrovato. Nel frattempo però la stanza dell’omicidio non era stata trattata come la scena di un crimine, anzi, era stata ripulita dalla madre di Soracco insieme al ballatoio e alla scala accanto. Il caso rimase irrisolto per anni, fino a quando la criminologa Antonella Pesce Delfino scoprì che i carabinieri avevano trovato in casa di Cecere bottoni uguali a quello sporco di sangue rinvenuto sulla scena del delitto, senza dirlo però alla polizia.