GENOVA - La commissione Ambiente ha bloccato l'abbattimento dei cinghiali per il controllo della peste suina. Il senatore della Lega Francesco Bruzzone, responsabile delle attività venatorie del partito, attacca duramente la decisione: "È vergognoso ed inaccettabile - spiega -. Una maggioranza composta da Leu, M5S e Pd, appiattita su un imbarazzante ideologismo animalista, ha rigettato il mio parere che prevedeva un piano di gestione della fauna selvatica e dei cinghiali pragmatico e comprensivo di molteplici ipotesi atte al contenimento della peste, approvando invece un piano di gestione da attuarsi esclusivamente con 'metodi ecologici', cioè senza abbattimenti, forse nella convinzione che i cinghiali si suicidino da soli".
La maggioranza ha inoltre respinto la proposta sulla limitazione della circolazione dei cinghiali nei grandi centri abitati: "Per la sinistra vederli circolare sulle principali arterie italiane e nelle città non rappresenta uno scandalo sanitario, di decoro e un grave pericolo - prosegue Bruzzone -. La Lega però non molla e continuerà a dare battaglia: la peste suina e la sovrappopolazione dei cinghiali le si combattono con adeguati provvedimenti, non con le chiacchiere e i 'no' sempre e comunque".
"La peste suina è una catastrofe per parchi, allevatori, turismo escursionistico - afferma Edoardo Rixi, deputato della Lega e segretario del partito in Liguria -. Mentre l’entroterra e interi comparti economici rischiano il collasso, Pd e M5s si comportano in modo vergognoso e inaccettabile con una ideologia (finto) ecologista. Bisogna affrontare peste suina e sovrappopolazione dei cinghiali con metodi adeguati e pragmatici, nel più breve tempo possibile. La follia di Pd e M5s invece punta a ‘metodi ecologici’ senza abbattimenti. La tipica soluzione senza spiegazione pensata da burocrati dentro uffici nei quartieri chic del centro città. Basterebbe parlare con allevatori o sindaci dell’entroterra per comprendere la gravità del momento, invece i soliti ecologisti-da-salotto sono lontani anni luce dalla vita reale. Di questo passo i cittadini saranno costretti a barricarsi in casa mentre i capi infetti potranno tranquillamente girovagare nell'entroterra".
"La corte dice che la norma impugnata espone a un rischio di infrazione comunitaria per violazione del principio di conservazione delle specie stabilito dalla direttiva 2009/147/CE - spiega Paolo Ugolini, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle - principio in base al quale è vietato cacciare uccelli selvatici durante il periodo di nidificazione, durante le fasi della riproduzione e della dipendenza e, quando si tratti di specie migratrici, durante il ritorno al luogo di nidificazione. La corte sottolinea che è esclusa la cacciabilità degli uccelli selvatici durante la stagione riproduttiva. Questa è una vittoria del M5S".