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Le voci di infermieri, oss e tecnici dell'ospedale di Carignano: "Siamo pochi, così non possiamo garantire un'assistenza adeguata". Luca: "Guidavo i bus, ora faccio il lavoro che amo, non tornerei indietro"
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di Michele Varì

GENOVA -Mirco Carpino, l'infermiere del pronto soccorso sfinito dopo un turno di notte di 12 ore, il collega dello stesso reparto, Matteo Escher, stufo di lavorare in condizioni disumane, l'operatore socio sanitario Maurizio Ubbiali che guadagna appena poco più di 1300 euro facendo le notti, la tecnica di radiologia Marzia Ovi che ricorda il buco nero del covid e i bonus riconosciuti al radiologo ma non a lei e poi l'infermiere per vocazione Luca Mantero che ha lasciato il posto fisso alla guida dei bus Amt per seguire la passione e nonostante tutto non si è mai pentito di averlo fatto. E poi i portavoce della Funzione pubblica di Cgil e Uil Luca Infantino e Marco Vannucci che raccontano il perché di un'agitazione che tutti avrebbero voluto evitare, per non danneggiare i cittadini.

Sono le voci della protesta dei dipendenti del Galliera raccolte prima delle nove del mattino nal parcheggio dell'ospedale, da dove è partito il corteo poi arrivato a De Ferrari, davanti alla sede della Regione Liguria: qui i lavoratori sono stati ricevuti dall'assessore Angelo Gratarola, sino a ieri primario al San Martino, che per quanto ha potuto li ha rassicurati: "Noi siamo e saremo al vostro fianco e faremo il possibile per permettervi di lavorare in modo adeguato" 

 

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