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di Andrea Popolano

GENOVA - Sciopero e corteo a Genova da parte dei Si Cobas. I manifestanti, contrari allo sforzo bellico in Ucraino e al traffico di armi nel porto di Genova, si sono dati appuntamento in piazza Barabino alle 6, poi hanno bloccato il varco San Benigno con pesanti ripercussioni al traffico cittadino.

Intorno alle 9,30 è stato bloccato l’accesso a varco Etiopia e Lungomare Canepa in entrambe le direzioni da un lungo striscione dei manifestanti e si sono formate subito code dal ponente per chi si dirigeva verso il centro. Bloccata anche la viabilità lungo la Guido Rossa. Circa 200 i manifestanti con striscioni e bandiere pro Palestina.

A presidiare la zona la polizia locale che ha deviato e regolato il traffico. Sul posto anche gli agenti delle polizia di Stato e la Digos. I manifestanti hanno l’autorizzazione di manifestare fino alle ore 16. Ma attorno alle 12 il presidio ha rimosso lo striscione che ostacolava l'accesso dei tir al porto di Genova, facendo lentamente ripartire la circolazione.

Poi i manifestanti si sono spostati lungo via Milano bloccando la rotatoria di accesso alla Sopraelevata per circa dieci minuti. Alle 12,50 il corteo si è sciolto e lentamente la viabilità ha ripreso regolare dopo una mattinata di caos.

"Solo nella giornata odierna ben tre navi Zim transiteranno per il porto di Genova! Oggi vogliamo scioperare, bloccando quel meccanismo di morte e guerra che attraversa anche le nostre città" commentano i manifestanti spiegando le motivazioni dello sciopero. Il corteo ha proseguito con i cori e canti per la "Palestina libera". 

Gli autisti dei mezzi pesanti rimasti in 'trappola' hanno detto di non sapere nulla di questa manifestazione: molti di loro che arrivavano dalla Lombardia, ma anche da più lontano, sono rimasti senza cibo e acqua perché non avevano previsto questa situazione. Mentre le auto venivano deviate per le via alternative con via di Francia, via Sampierdarena e via Albertazzi rimaste bloccate a lungo. Ma ad avere la peggio sono stati proprio i camionisti rimasti fermi incolonnati senza avere la possibilità di muoversi per circa 2 ore e mezza. "Siamo stati sequestrati" denunciano alcuni che lamentano di avere tempo prezioso per il loro lavoro.