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L'analisi di Stefano Salvetti del bando di assegnazione pubblicato dal Comune di Genova per il rinnovo delle concessioni balneari
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GENOVA - Prosegue la nostra inchiesta sulle concessioni balneari dopo che il Comune di Genova ha iniziato il 15 maggio le procedure per le assegnazioni chieste dalla direttiva europea Bolkestein, recepita dall'Italia nel 2010, che prevede procedure trasparenti e concorrenziali di assegnazione delle concessioni balneari (LEGGI QUI).

Le attuali concessioni sono scadute a dicembre del 2023 quindi gli stabilimenti balneari non hanno oggi un titolo concessorio valido. Anche per questo, cioè per garantire la regolarità fino al 31 dicembre di quest'anno, il Comune di Genova ha aperto la procedura di evidenza pubblica comparativa che avrà il suo culmine dopo il 15 luglio (per la durata di 30 giorni) quando il mercato si aprirà a tutti i contendenti e non solo agli attuali concessionari, che possono giocare d'anticipo avendo tempo fino al 15 luglio, già dal 15 maggio, per presentare i loro piani di investimento e che inoltre, dal 15 luglio al 15 agosto, potranno affinare le proposte  (GUARDA QUI LA NOSTRA INCHIESTA). Insomma, vecchi concessionari battono i nuovi tre (mesi) a uno. 

In questa terza puntata ascoltiamo Stefano Salvetti, presidente regionale di Adiconsum, che da sempre lotta per ottenere più spiagge libere e contro quella che definisce la lobby del balneari: "Bene che il Comune abbia aperto il bando per la procedura di evidenza pubblica. La criticità secondo noi riguarda la seconda parte del bando (LEGGI QUI) quella che riguarda il 15 luglio, perchè riteniamo i tempi stretti (cioè solo un mese) per i soggetti nuovi interessati, mentre gli attuali concessionari hanno tre mesi di tempo perchè dal 15 luglio possono affinare le proposte presentate a partire dal 15 maggio.

L'altra cosa che non ci trova d'accordo sono gli indennizzi previsti dal Comune, perchè contrari alla normativa europea Bolkestein e a diverse sentenze del Consiglio di Stato, che sostengono che tutti debbano avere pari opportunità di accesso ai bandi di evidenza pubblica, senza 'palle al piede' e invece l'indennizzo previsto dal Comune di Genova significa scoraggiare eventuali nuovi candidati perchè chi vince deve pagare all'ex concessionario una grossa cifra in base ad una autocertificazione sul valore aziendale. 

Questo indennizzo contrasta anche con l'articolo 49 del Codice della navigazione (LO TROVI QUI) che prevede che quando finisce un contratto di concessione i concessionari debbano liberare le aree dalle parti amovibili e che tutti i beni inamovibili sono incorporati dal demanio senza indennizzo e il demanio può richiedere addirittura la rimessa in pristino se realizzati senza rispettare le norme. Quindi questo indennizzo creerà conteziosi legali perchè chi vincerà si rifarà a questa normativa.

Noi quindi invitiamo le Capitanerie di porto a fare gli stati di consistenza e prendere in carico le aree.