Ho letto ieri la bella storia di Michele che da 130 giorni non usa più bottiglie di plastica per provare a dare il suo piccolo contributo alla salvaguardia del pianeta (leggi qui). Lo confesso: personalmente qualche bottiglia la uso per poi comunque gettarla, quasi sempre, nell’apposito contenitore della differenziata.
Sono preoccupato per il futuro della Terra, per quello che lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti. Il futuro si decide oggi, anche se pensò che purtroppo siamo già in ritardo.
Mi piace vedere i giovani per le strade credere che si possa e si debba fare qualcosa anche se ormai sta diventando una questione politica: per la destra sono provocatori “gretini”, per la sinistra invece, degli eroi. Una cosa è certa: la loro denuncia è sacrosanta, come dimostrano ogni giorno di più i guasti provocati da un modello di sviluppo basato sulla distruzione delle risorse naturali e della biodiversità.
Non mi piace, invece, quando per farsi notare i "gretini" si trasformano in "cretini" danneggiando preziose opere d’arte o bloccando strade. Tu le definisci manifestazioni non violente deturpare Monet, Van Gogh, Constable, Boccioni, Vermeer, Goya è violenza come violenza è sporcare e bloccare le città.
Già nel 1972 usciva il famoso libro “Analisi sui limiti dello sviluppo”, firmato da alcuni dei più brillanti pensatori, scienziati ed attori sociali dell’epoca. L'aveva commissionato il MIT (Massachussetts Institute of Tecnology), una delle più grandi istituzioni scientifiche del pianeta. Quello studio diceva che stavamo andando verso un serio problema energetico nel giro di 100 anni. Ne sono già passati 50 e la situazione non solo non è migliorata ma è persino peggiorata.
Hanno ragione i giovani a farsi sentire, hai ragione e tu a non usare più bottiglie di plastica ma serve che la politica faccia seriamente qualcosa perché il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Poi sarà game over.