BRUXELLES - È scontro in Europa per il via libera alla norma notificata a giugno dall’Irlanda a Bruxelles, che consente di adottare un'etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati".
A fotografare la situazione ai microfoni di Primocanale è Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo. Il dissenso rispetto alla novità è arrivato dall’Italia, ma anche da Spagna e Francia. “L’idea che mi sono fatto è che questo provvedimento faccia parte di una serie che va in una direzione, quella di una Commissione europea purtroppo molto ideologica, che in questo caso si è servita di un governo, quello irlandese, che ha fatto una proposta per il proprio mercato interno. Di fatto, quindi, la Commissione europea ha agito con il silenzio assenso”.
“Noi facciamo parte del mercato interno dell’UE, infatti i nostri prodotti possono circolare liberamente all'interno dell'Unione e devono essere autorizzate dalla Commissione europea. Se la Commissione europea in sei mesi non dice nulla tu Irlanda, che hai proposto di fare questa cosa, sei autorizzata automaticamente. Questo significa avere una visione del consumatore come soggetto non consapevole rispetto a queste scelte ed è in linea con quanto rischierà di accadere quando verrà introdotto il Nutri Score in maniera obbligatoria”.
Il Nutri Score è un sistema di etichettatura che tramite l’immagine di un semaforo assegna un colore a ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto. Intuitivamente i cibi con semaforo “verde” sono da preferire rispetto a quelli “rossi”. Da tempo l’Italia si dice contraria per le possibile ricadute che il Nutri Score potrebbe avere sull’export dei prodotti italiani: “È un attacco a una certa tradizione agroalimentare”, ha detto l’europarlamentare.
“L’Irlanda è anche un grande produttore di alcolici di superalcolici, non solo birre. A mio avviso è questo, lo so perché tutti i produttori ne sono consapevoli, bisogna investire non sulla demonizzazione di un singolo prodotto ma sulla sulla cultura alimentare nei confronti dei cittadini, anche quando sono giovani, in età scolare - spiega Campomenosi -. E tutti abbiamo bisogno di avere una dieta equilibrata e tutti dobbiamo essere consapevoli del livello di consumo dell’alcol che dobbiamo avere, ma non e mettendo un semaforo rosso su un salume italiano o un un'etichettatura simil sigarette sulle bottiglie di vino che si va nella direzione giusta. Si demonizza solo un prodotto tradizionale a favore di prodotti che giocando con la chimica, magari con l'assenza di gradazione alcolica o con l'assenza di grassi e zuccheri, prendono il semaforo giallo o verde”.
“Qui c'è una volontà da parte della Commissione europea di insegnare al consumatore. Occorrerebbe un approccio differente, il tema economico è importantissimo perchè dietro a questo ci sono industrie della grande distribuzione e industria dell'agroalimentare chimico che lavorano per avere prodotti che possano prendere il semaforo giallo o verde e quindi con un appeal sui cittadini - conclude il capo delegazione a Bruxelles - ma che magari hanno altri prodotti chimici che sono meno sani di un bicchiere di vino”.
IL COMMENTO
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