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di Giovanni Porcella

GENOVA - Genova è una città che in trent’anni ha perso decine di migliaia di abitanti, nel frattempo il Genoa si è fatto tanti campionati di B, un paio di C e pochi guizzi in serie A, spesso salvando la pelle e due giri in Europa.

C’è chi ricorda un Genoa-Toro in un campionato cadetto con nemmeno 20000 spettatori e parevano già tanti (erano i primi anni 2000) vista la squadra. Oggi siamo nel 2023, con la città che ha poco più di mezzo milione di residenti, e alla viglia di una partita tra il Grifone e il Pisa sono già stati staccati quasi 28000 tagliandi. Ci saranno pure 3500 ospiti toscani, forse qualcosa di più ma il dato su cui la società Genoa deve riflettere è comunque evidente: il tifo rossoblu è unico.

Il dato è enorme tenuto conto che quello di sabato è un match importante, ma non decisivo e l’ultimo acquisto non è Skuhravy o Milito o chissà chi, ma Dragus. Il pubblico del Genoa è così e i dati registrano un confortante aumento di giovani allo stadio senza che in passato non si sia fatto quasi nulla per allevare in senso calcistico una nuova generazione che ha avuto tra l’altro poche occasioni per gioire. In estate per questa partecipazione al torneo di B, senza certezze di promozione, si poteva immaginare, compreso l’effetto portato dalla nuova proprietà americana, di poter contare stabilmente su 20000 presenze ed in effetti gli abbonamenti corrispondono, ma qui si va oltre e fino a giugno il trend sarà per forza in salita.

Il tifoso del Genoa non è simpatizzante è visceralmente attaccato alla squadra e lo dimostra sempre con i fatti. Col Pisa ci sarà uno stadio che doppia il pubblico del Torino e di mezza serie A. E poi c’è la vita dei club che ovunque va quasi all’oblio mentre incredibilmente al Genoa no, con nuovi soci e iniziative settimanali. Probabilmente il Genoa ha nel suo dna la primogenitura e resta un pianeta da studiare. Facile portare gente allo stadio per partite salvezza (vedendo dati delle ultime gare in A il Genoa ha numeri da Europa), ma vale anche per sfide dove in palio ci sono trofei. Facile si, il Genoa invece lo fa per molto meno.

Il presidente Zangrillo a Bad Haring nel ritiro tirolese aveva dichiarato che i sostenitori non vanno traditi. Questo è il punto. Una carica così non c’è l’ha nessuno e orgogliosamente va preservata e pubblicizzata. È un atout prezioso. I giocatori di Gilardino faranno la loro parte, la dirigenza a sua volta coltivi questa passione e lavori per il settembre prossimo al 130esimo compleanno del Genoa Fc 1893 che dovrà essere un appuntamento storico imperdibile per i tifosi e per la città. Indipendentemente dove si giocherà, ma questo è ovvio perché i genoani non tradiscono e non spariscono.

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