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di Matteo Angeli

Siamo nella nella tarda serata di un freddo mercoledì 6 dicembre 1978. La guardia giurata Pier Fortunato Zanfretta, in servizio su una “126” nell’area di Torriglia, nell’entroterra genovese, guida lentamente cercando di evitare i punti dove si sono formate lastre di ghiaccio. 
Zanfretta imbocca la deviazione che dalla statale 45 conduce a Marzano, percorre la stradina che porta al centro del paese e si dirige verso la villa «Casa Nostra» del dentista genovese Ettore Righi. Vede delle luci, immagina ci siano dei ladri in azione. Impugna la pistola d'ordinanza, entra piano piano nel giardino e chiama la centrale via radio. "Canguro dalla 68, canguro dalla 68: mi porto dentro la villa, ci sono dei ladri”. Ma dalla centrale nessuna risposta perché l'impianto elettrico dell’auto all’improvviso va in tilt e, contemporaneamente, le luci della vallata si spengono, facendo precipitare l’intera zona nel buio più totale. 

Alle spalle qualcuno lo sorprende facendolo cadere. "Mi sono trovato un essere enorme, alto circa tre metri, con la pelle ondulata, come se fosse grasso o avvolto in una tuta molle, comunque grigia, occhi gialli a triangolo, vene rosse sulla testa, orecchie a punta e mani con dita dalle unghie rotonde”, raccontò il giorno seguente al brigadiere dei carabinieri Antonio Nucchi all'epoca comandante della stazione di Torriglia. Poi, dai suoi racconti, una sorta di disco luminoso si alzo in cielo e volò via.

Un’impronta enorme a forma di ferro di cavallo venne ritrovata il giorno dopo dai Carabinieri, così come una strana bruciatura sul terreno. Rapporti ufficiali delle autorità hanno confermato tutto e le forze dell’ordine stesse videro degli ufo luminosi. Ci sono anche le 56 denunce ai Carabinieri degli abitanti di Torriglia: anche loro avevano visto in cielo qualcosa di strano.

Da sempre in paese in molti sono pronti a giurare che si sia trattato di uno scherzo ben organizzato che nessuno ha mai voluto confessare, ma in tanti credono invece che qualcosa sia davvero accaduto al punto che negli anni successivi tante sono state le segnalazioni di oggetti volanti non identificati.

Nei mesi successivi a seguito di alcune sparizioni il metronotte fu trovato a parecchi chilometri dal luogo di partenza, dimostrando di aver percorso distanze impensabili con i mezzi che aveva a disposizione. Mistero nel mistero.

Di certo il "caso Zanfretta" è uno dei più importanti e complicati dell’ufologia mondiale: impossibile sintetizzarlo nelle sue sfaccettature. A supporto del metronotte, che nelle ipnosi regressive non si è mai tradito e che è stato giudicato sano di mente dagli psichiatri che negli anni lo hanno visitato.

Del caso si interessarono giornalisti, carabinieri, ipnologi, psichiatri e ufologi da tutto il mondo, anche dagli USA. Gli stessi Stati Uniti proprio nei giorni scorsi hanno approvato una legge che rileverà gli oggetti spaziali non identificati.Gli oggetti di interesse che l’ufficio tenterà di rilevare e identificare includeranno “oggetti spaziali anomali, non identificati, aerei, sommersi e transmedium” cioè oggetti o velivoli che possono viaggiare tra domini, cioè essere in grado di passare dal volo aereo al volo spaziale, al volo subacqueo al volo convenzionale, cosa attualmente non realizzabile e compatibile con la nostra tecnologia. Il Pentagono, per la cronaca, non hai confermato e neppure smentito certe strane presenze. Vallo a dire a Zanfretta o a chi, forse, gli ha fatto quello scherzo.

Ognuno ovviamente è libero di crederci oppure no, ognuno può pensarla a modo suo. Di certo per il metronotte è stata un’esperienza sconvolgente, che gli ha cambiato la vita in peggio, ha perso il lavoro e poi ha divorziato, e gli ha lasciato segni pesanti anche a livello fisico.

Mi è tornato in mente Zanfretta nei giorni scorsi. Mi è venuta in mente una sua recente apparizione al Maurizio Costanzo Show quando raccontò. "Io non ho mai creduto agli Ufo, ma poi mi hanno rapito e ora posso dire che ci sonoPartiamo dalla testa: al posto dei capelli avevano delle vene che vedevi il sangue girare come se camminasse. Al posto delle orecchie avevano delle punte, due occhi triangolari gialli. Mi hanno messo su un letto di acciaio, con sei punte mi hanno bucato gambe, fianchi, braccia. Da una parte usciva il mio sangue ed entrava in questo macchinario”.

Margherita Hack un giorno disse: saremmo presuntuosi se pensassimo di essere l'unica razza intelligente (?) dell'universo, tra miliardi di costellazioni. Vallo a dire a Zanfretta o magari a chi, forse, gli ha fatto quel tremendo scherzo...