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di Luigi Leone

Nel giro di pochi minuti veniamo a sapere, grazie ai sondaggi di Tecnè per Primocanale, che il governatore Giovanni Toti mantiene, e anzi accresce, il gradimento dei liguri. Ma sappiamo pure che alle elezioni europee della primavera prossima il Pd avrebbe la maggioranza dei consensi. All’apparenza due esiti contrastanti. Però, appunto, solo all’apparenza.

Il dato che emerge dai due sondaggi è la differenza fra il voto locale, al quale vanno ascritte le regionali, e il voto nazionale, addirittura continentale, delle europee. Da una parte si giudica l’amministrazione, dall’altra si tende a privilegiare l’ideologia. Dunque, l’esito ci sta.

Dopodiché bisogna ricordare che facciamo esattamente come nel calco: si commenta una partita, il suo andamento, le sue mosse. Ma da qui al momento in cui si apriranno i seggi, molto, se non tutto, potrà cambiare. Sia per quanto concerne le europee, sia per le regionali, che arriveranno ben dopo. Fermandosi all’oggi, tuttavia, qualche considerazione è possibile.

Che Toti aumenti il proprio gradimento non è una sorpresa: ha fatto bene alcune cose e su altre ha saputo correggersi, in più la grande maggioranza dei liguri lo conosce, cioè sa di chi si sta parlando. Al di là di come stiano andando le sue ambizioni a livello nazionale, non c’è alcun dubbio che Toti sia un leader e sia percepito come tale. L’ipotesi di un suo terzo mandato alla guida della Regione Liguria, quindi, poggia su basi solide. 

Questo non significa che per i partiti che lo sostengono – Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e liste civiche – il capitolo sia chiuso. Però devono pensarci bene prima di dire di no. Occorre, cioè, che quel centrodestra presenti l’alternativa di un leader ben conosciuto e dai risultati incontestabili con il quale sostituirlo. Quella persona c’è? In teoria sì: il sindaco di Genova Marco Bucci. Solo che le regionali arriveranno due anni prima della scadenza della consiliatura a Tursi: il problema non è secondario, ancorché già si sappia che il prossimo candidato primo cittadino genovese sia (possa essere) l’assessore Pietro Picciocchi…

Litigi in vista? Non credo fra Toti e Bucci. Più probabile, invece, che dentro la coalizione si arrivi ai ferri corti. Ad esempio fra il mondo delle liste civiche – da Imperia il sindaco Claudio Scajola ha già dato la propria benedizione a un Toti ter – e la Lega di Matteo Salvini, la quale da tempo va spiegando che “il presidente nell’immediato deve pensare a governare la Regione e poi trovarsi altro da fare”. Vedremo.

Spettatore interessato è il centrosinistra, che dal sondaggio di Tecnè esce bene sia con il Pd, accreditato come primo partito, sia con il Movimento Cinque Stelle, che consolida il proprio posizionamento. Al netto di tutte le altre considerazioni che si possono fare sul caso, piacerà di sicuro il distinguo operato da Pd, Cinque Stelle e Azione rispetto alla “colpevolista” Lista Sansa sulla storia di coca ed escort che ha coinvolto, ma senza che sia indagato, il vicepresidente leghista Alessandro Piana (più il notaio Biglia, anche lui citato ma non inquisito). 

La cautela garantista di gran parte della minoranza regionale paradossalmente non piacerà del tutto al centrodestra (al di là delle parole di facciata), mentre dice all’elettorato moderato della Liguria che di certe forze si può fidare o può cominciare a farlo. Una buona mossa, inutile discutere

Il centrosinistra, però, ha un problema fino ad ora rivelatosi insormontabile: la designazione di un candidato che sappia avere e dimostrare doti di leadership. L’esito del sondaggio relativo alle elezioni europee chiarisce che sia per il Pd sia per i Cinque Stelle la base di partenza è buona. Ma, guardando alle regionali, bisogna passare dalla fase ideologica a quella amministrativa. Manca un nuovo Claudio Burlando e serve un nuovo Claudio Burlando. Gli elettori riceveranno questa possibilità di scelta?