La digitalizzazione della giustizia italiana è un tema di crescente importanza, specialmente nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La pandemia ha accelerato l'adozione di strumenti tecnologici nei tribunali, ma il cammino verso un sistema completamente digitalizzato e supportato dall’Intelligenza Artificiale (AI) è ancora in fase iniziale. In questo articolo esploriamo lo stato attuale, le sfide e le opportunità offerte dall’AI per migliorare il sistema giudiziario italiano.
Il contesto attuale
La giustizia italiana soffre di problemi strutturali ben noti: lunghezza dei processi, arretrati giudiziari e inefficienza amministrativa. Secondo diversi studi di settore, l'Italia si colloca tra i Paesi europei con i tempi più lunghi per la risoluzione delle controversie civili e commerciali, nonostante l’impegno profuso dai professionisti del diritto, come ricordato anche dalla Presidente della Corte di Appello di Genova in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Negli ultimi anni, la digitalizzazione ha fatto progressi significativi. Da un lato, il Processo Civile Telematico (PCT), introdotto ormai nel 2014, ha rappresentato un punto di svolta, permettendo il deposito di atti e documenti in formato elettronico; dall’altro, la pandemia ha spinto verso l'adozione delle udienze da remoto, dimostrando che l'innovazione tecnologica può migliorare la resilienza del sistema giudiziario.
Tuttavia, l’IA rimane un’opportunità poco sfruttata in Italia, se paragonata a Paesi come Francia e Stati Uniti dove è già iniziata l’implementazione di soluzioni basate su algoritmi per supportare i giudici e snellire i procedimenti.
Le potenzialità dell’AI nel settore della giustizia
L'IA potrebbe rivoluzionare il sistema giudiziario italiano in diversi modi:
- Analisi predittiva: L’AI può essere utilizzata per analizzare dati storici e prevedere l'esito probabile di un caso. Questa tecnologia è già in uso in Francia con il progetto Predictive Justice, che aiuta i legali a valutare la fattibilità di una causa
- Automazione: gran parte del lavoro nei tribunali è legata a processi ripetitivi, come l'archiviazione dei documenti e la gestione delle scadenze. L’automazione potrebbe liberare risorse umane, migliorando la produttività
- Accesso alla giustizia: Chatbot e assistenti virtuali basati sull’AI potrebbero semplificare il rapporto tra cittadini e istituzioni, guidando le persone nella preparazione dei documenti legali o nell'accesso a informazioni sui procedimenti
- Supporto alle decisioni giudiziarie: algoritmi avanzati potrebbero fornire ai giudici riferimenti giurisprudenziali e normativi più pertinenti, riducendo il tempo necessario per le ricerche e garantendo maggiore uniformità nelle decisioni.
Le sfide
Nonostante i vantaggi, l’implementazione dell’AI nella giustizia presenta diverse sfide, primo tra tutti il cosiddetto “bias algoritmico”: gli algoritmi possono infatti perpetuare o amplificare pregiudizi se addestrati su dati non rappresentativi o distorti. Diventa quindi essenziale garantire trasparenza e supervisione umana attraverso una adeguata formazione dei professionisti: magistrati, avvocati e personale amministrativo devono essere formati per utilizzare correttamente le nuove tecnologie; senza un’adeguata educazione, si rischia infatti di non sfruttare l’enorme potenziale offerto dagli strumenti digitali.
Il caso di Genova e il modello da seguire
A livello locale, Genova si distingue come una delle città che ha adottato iniziative innovative nel campo della digitalizzazione giudiziaria. Nel 2019, per esempio, il Tribunale di Genova ha avviato una collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa per analizzare le decisioni giudiziarie attraverso tecniche di IA, con l’obiettivo di esaminare le tendenze giurisprudenziali in specifiche materie, come separazione e divorzio, risarcimenti dei danni non patrimoniali e danni da stress e mobbing lavorativo. Questa iniziativa mira a fornire ai giudici dati sintetici e analitici per valutare la coerenza delle proprie decisioni e ridurre il contenzioso, promuovendo soluzioni concordate tra le parti.
Nel 2024, la Presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Liguria, dott.ssa Emma Rosati, ha evidenziato il potenziale dell'IA nella giustizia predittiva, sottolineando come l'adozione di tali tecnologie possa contribuire a ridurre la discrezionalità nelle decisioni giudiziarie e a garantire maggiore coerenza nell'applicazione della legge. Tuttavia, ha anche avvertito dei rischi legati all'uso di algoritmi, enfatizzando la necessità di perseguire qualità, imparzialità e trasparenza dei dati utilizzati.
Nonostante queste iniziative, l'implementazione dell'IA nel sistema giudiziario genovese è ancora in fase iniziale. Le sperimentazioni condotte finora rappresentano passi significativi verso una maggiore integrazione dell'IA nella giustizia, ma persistono notevoli margini di sviluppo per sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie nel migliorare l'efficienza e l'equità dei procedimenti giudiziari.
Conclusione
La digitalizzazione della giustizia italiana ha compiuto passi importanti, ma l’adozione dell’IA potrebbe rappresentare il vero salto di qualità. Affinché ciò avvenga, è necessario affrontare con urgenza le sfide etiche, tecniche e formative, investendo nelle infrastrutture e nella regolamentazione.
In un mondo sempre più connesso, la giustizia non può rimanere indietro. L’IA non deve sostituire il giudizio umano, ma può diventare uno strumento essenziale per rendere il sistema più veloce ed efficace. L'Italia ha l’opportunità di sfruttare queste tecnologie non solo per migliorare il presente, ma per costruire una giustizia all’altezza delle sfide future.
*Annalisa Olivieri, avvocata esperta di legal tech
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