
“Terrazza Incontra” ha avuto come ospite il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il quale ad un certo punto se n’è uscito così: “ C’è un terzo incomodo al tavolo che dobbiamo costituire ed è la magistratura. Anzi le varie magistrature…”. E qui l’editore di Primocanale, Maurizio Rossi, non è riuscito a starsene: “La varie magistrature c’erano anche quando abbiamo visto fare l’alta velocità altrove e si sono preferite altre direttrici! C’è stata la politica a prendere a calci la Liguria e ci sono stati, soprattutto, certi potentati economici. Siamo penalizzati da anni, speriamo che questo governo sia meglio”.
Politica romana penalizzante
Rossi non lo so – meglio, forse lo so ma non lo dico – invece io mi sono proprio incazzato, si perdoni il francesismo. E desidero avvertire Fontana, della cui buona fede non dubito, e il governatore ligure Marco Bucci di stare attenti a una cosa: gli alibi. Voglio dire che la politica romana (Fontana ha ricordato che le “stiamo proprio sulle balle”) sa fare benissimo quando si tratta di mettersi di traverso ad un progetto. E’ portatrice di tali e tanti interessi per cui ignora completamente, nel caso, le esigenze, persino le necessità, di altri. E pazienza se si tratta di una regione come la Liguria, che di necessità ne ha tante.
Il ponte ex Morandi è venuto giù mica perché mancassero gli allarmi, bensì perché la politica aveva deciso di non disturbare il manovratore, cioè i Benetton, all’epoca proprietari dell’autostrada. Che le cose stessero così si è dimostrato quando la società è ridiventata pubblica. Mica s’è detto che i Benetton e gli altri azionisti avrebbero dovuto pagare la loro incuria. Macché, lo Stato, cioè il governo, ha preferito dare un po’ di miliardi ai soci di allora affinché si togliessero dai piedi…!
I destini incrociati di tre regioni
Ora, non c’è dubbio che i destini di Liguria e Lombardia, ma ci aggiungerei il Piemonte, sono comuni, soprattutto se si guarda allo sviluppo dell’area nord-ovest. Che poi è il vecchio triangolo industriale, non c’è nulla da inventare. Però una magistratura troppo zelante, ma sì anche quella delle toghe rosse vere e proprie, non deve diventare la scusa per coprire altre magagne. Altre volontà. O, meglio, altre non volontà politiche.
Quando ho sentito che Liguria e Lombardia devono aprire un tavolo di confronto e provare a mettere insieme le forze per risolvere i problemi, non so se sono stato più contento o più scettico. Alla fine, credo più scettico. E’ da anni, e ne sono trascorsi molti ahimè, che ascolto questi buoni propositi. All’inizio ci ho pure creduto. Poi mi sono reso conto che tutto si riduceva a una cosa: la volontà politica, una ferrea volontà politica, di fare o di non fare.
Bucci è definito proprio “uomo del fare”, quindi non ha bisogno di consigli. Fontana, per il modo con il quale si atteggiato, mi pare sulla buona strada. E ha pure ragione quando dice che c’è un convitato di pietra al tavolo prossimo venturo fra le due regioni.
Ma non è la magistratura. Semmai, sono proprio coloro che indicava Rossi: la politica romana, quindi il governo di turno, e il potere economico. Il resto, credete, è soltanto un alibi. Per giustificare, o quantomeno per motivare, ciò che non si è fatto. Come se fondamentali fossero le giustificazioni o le motivazioni anziché quanto sarebbe stato necessario e non è stato.
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IL COMMENTO
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