Cronaca

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di Tiziana Oberti

GENOVA - Secondo giorno di testimonianze al processo per il crollo di ponte Morandi a Genova che il 14 agosto del 2018 ha causato 43 vittime.

Il primo a testimoniare è Matteo Granieri, originario di Asti, era in macchina sul ponte quando si è verificato il crollo, andava in vacanza verso Varazze. "Ero con mia moglie e stavamo andando verso Genova. Guidava mia moglie, eravamo all'uscita della galleria (...) ho sentito la macchina che non teneva la strada, c'era tanta acqua, mia moglie non parlava, ho visto  arrivare un tirante giù (...) poi ho visto l'autista della Basko che correva. Abbiamo preso le bambine e abbiamo iniziato a correre, c'era chi suonava (il clacson), chi gridava, pioveva e c'era freddo, circa dieci gradi, noi eravamo in maglietta, correvamo con i figli in braccio, chi era dietro (di noi ndr) non capiva che era crollato. Non ho visto le auto che precipitavano, ho visto i pilastri cadere". Granieri racconta poi le conseguenze: "Sono stato in cura e ancora oggi sono in ansia quando sono su un ponte". 

Poi è la volta della moglie di Granieri, Adele Manca di Acqui Terme: "Ero alla guida della macchina con mio marito e le due bambine di sei anni. Andavamo all'Ikea ma avevamo sbagliato l'uscita autostradale. Pioveva fortissimo, diluviava. Facevo fatica a tenere la macchina (...) era come se fossi sul ghiaccio. Sul curvone ero concentrata sulla strada, quello davanti ha rallentato, mio marito ha iniziato a urlare 'sta venendo giù tutto', ci siamo fermati. Ho visto un pilone che veniva giù. Mio marito mi ha detto di fare la retromarcia ma era impossibile, siamo scappati (con le bambine in braccio ndr) io una e mio marito l'altra (la donna inizia a piangere, poi dopo qualche secondo riprende a raccontare). Non ce la facevo a tenere la bambina in braccio e siamo corsi insieme, le ho detto che stava crollando il ponte. Poi siamo arrivati nella galleria, c'era freddo, le bimbe sono state ospitate in un'auto. Poi la polizia ci ha detto cosa fare, la proprietaria dell'auto ci ha chiesto se volevamo essere accompagnate a casa". Il pm Terrile chiede alla teste se ricorda del camion della Basko. "Era davanti a noi - risponde Manca -. Per un po' di tempo non sono riuscita a guidare, per dieci giorni non ho chiuso occhio. (Da allora ndr) sono più timorosa di tutto, sono stata seguita per un anno da uno psicologo".