GENOVA - Chiederà il rito abbreviato Alberto Scagni, l'uomo che il primo maggio dello scorso anno ha ucciso la sorella Alice sotto casa sua a Quinto, nel levante di Genova.
Si tratta di una scelta "obbligata" perché se la richiesta non viene presentata all'udienza preliminare, che si celebrerà domani davanti al giudice Matteo Buffoni, non potrà essere fatto in futuro. Al momento, infatti, la scelta del rito alternativo, che consente fino a un terzo di sconto della pena, non è possibile visto che la procura ha contestato l'aggravante della premeditazione e della crudeltà.
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I suoi legali Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì presenteranno la richiesta domani. La procura di Genova aveva chiesto il rinvio a giudizio per Scagni a metà marzo. La prima udienza del processo in corte d'assise potrebbe essere celebrata già a giugno. Il pubblico ministero Paola Crispo dopo l'omicidio aveva aperto un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari (assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo): sono stati indagati due agenti e una dottoressa. Nelle scorse settimane la procura ha chiesto una proroga di indagini per sentire i vicini di casa della nonna di Alberto e gli agenti che intervennero il giorno prima dell'omicidio perché Alberto aveva incendiato la porta dell'anziana.
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Il giorno del delitto Scagni minacciò i familiari perché voleva dei soldi. L'uomo dopo la telefonata andò sotto casa della sorella Alice e la aspettò per diverse ore. Quando la donna uscì di casa la aggredì in strada davanti al portone colpendola con 19 coltellate. L'uomo è stato sottoposto a perizia psichiatrica. Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni è semi-infermo di mente ma capace di stare in giudizio. Il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace.