GENOVA - Alberto Scagni, l'uomo che il primo maggio dell'anno scorso ha ucciso la sorella Alice con 24 coltellate, dieci ore prima del delitto chattava su Instagram con il comico Luca Bizzari, allora presidente della Fondazione Palazzo Ducale.
Lo scambio di messaggi è agli atti dell'inchiesta depositati con la chiusura delle indagini per l'omicidio. Prima Scagni aveva insultato Bizzarri pubblicamente sui social ma poi, poco prima delle dieci del mattino, aveva iniziato a scrivergli privatamente.
"Ti vorrei incontrare" scriveva Scagni a Bizzarri. "Per cosa?", chiedeva Bizzarri e il killer rispondeva così: "Per stringerti la mano e chiederti un autografo". A quel punto Bizzarri rispondeva di nuovo: "Ma se fino a un giorno fa mi auguravi le peggio cose?", riferendosi ad alcune frasi di insulti che Scagni aveva scritto parlando del comico genovese.
La gentilezza di Scagni inizia a svanire: "È un sì oppure un no... Tanto da non perdere tempo, ragazzo...". Il comico cerca di capire il motivo degli insulti. "Non capisco davvero, e comunque grazie per il ragazzo ma sono un vecchio", continua Bizzarri, e allora Scagni rimarca: "Mi farò una ragione che un SI' o un NO sono risposte o vietate oppure difficili. Come metterci la faccia invece della voce... sei davvero un bravo ragazzo... Buona giornata, anzi buona vita".
Omicidio Scagni, Alberto non risponde: interrogatorio di pochi minuti - I FATTI
Dieci ore dopo, la tragedia. Scagni prima minacciò i familiari perché voleva soldi, poi si piazzò sotto casa di Alice e l'aspettò per ore. Quando la sorella uscì di casa lui la colpì con 24 coltellate. Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni - sottoposto a perizia psichiatrica - è semi infermo di mente ma capace di stare in giudizio mentre il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci