GENOVA -Meno cantieri in autostrada per avere più incassi con i pedaggi e permettere ai dirigenti di Autostrade per l'Italia di fare lievitare i loro stipendi, le azioni del gruppo Atlantia e raggiungere gli obiettivi prefissati.
Target che per l'amministratore delegato Castellucci significava aggiungere ogni tre anni allo stipendio di un milione e 200 mila euro lordi altri due milioni e 400 euro. Una pioggia di denaro che a cascata e in proporzione premiava anche gli altri dirigenti di Autostrade, con la compiacenza interessata dei vertici di Atlantia e della famiglia Benetton.
E' emerso dall'udienza infinita di Giampiero Giacardi, direttore del personale di Autostrade dal 2000 al 2020, che nella sua audizione ha svelato la filosofia della gestione dell'azienda che per i Pm ha portato a trascurare la manutenzione e provocare il crollo del 14 agosto 2018 costato la vita a 43 persone.
Giacardi è il dirigente che nel 2000 avviò il procedimento di licenziamento del direttore del primo tronco Marigliani (fra i 58 imputati e oggi in aula) per avere taciuto nel 2017 della rottura dei sensori sul ponte avvenuta nel 2016 e che lui invece omette comunicando che il ponte era sotto controllo con un sistema di monitoraggio remoto.
La caldissima deposizione, e non solo per la temperatura elevata raggiunta sotto la tensostruttura del tribunale, ha avuto momenti drammatici quando alla domanda del pm Cotugno su cosa sapesse Castellucci (anche lui in aula) del Morandi, Giacardi ha edulcorato la versione rilasciata nel 2019 al pm Terrile, al punto che il giudice Lepri gli ha ricordato che se non dice la verità commette un reato. Una precisazione che ha dato modo agli avvocati degli imputati di sottolineare la leggerezza di non avere registrato gli interrogatori dei testi.
IL COMMENTO
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