Cronaca

Coletta, per 17 anni dirigente Anas e Mit, "avevo 60 uomini non in grado di effettuare verifiche". Ma anche dopo i controlli erano quasi inesistenti, "Io inviavo circolari..."
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di Michele Varì

GENOVA -"Solo nel 2006 l'ufficio Anas ha assunto competenze per vigilare su Autostrada con la nascita di un apposito ufficio, prima c'erano uffici e uomini non in grado di farlo, così si confidava che Autostrade si controllasse da sola...".

Lo ha detto Mauro Coletta, architetto, il secondo imputato che viene ascoltato in aula al processo Morandi. Il dirigente che fra Anas e Mit ha lavorato quasi 17 anni nella direzione di vigilanza della rete autostradale. L'imputato ha detto che con la nascita dell'Ufficio Invca, Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali, voluto dal presidente Ciucci, operativo dal 2006, viene impartito il compito di vigilare sull'operato delle concessionarie e non è più concedente. 

A capo dell'Invca c'era lo stesso Coletta la cui mission era quella di assicurare il rispetto degli obblighi contrattuali assunti dai Concessionari autostradali. L'Ispettorato dipendeva direttamente dal presidente, consentendogli di svolgere le proprie funzioni in regime di autonomia rispetto alla struttura di Anas

"In pochi anni il personale è più che raddoppiato e da 65 Siamo arrivati ad avere 150 operatori - ha spiegato Coletta - negli uffici periferici invece c'erano pochissime persone, in quella della Campania, ad esempio, solo due persone".

Il pm Cotugno ha mostrato un ordine di servizio dell'Ispettorato del 2008 con focus sull'obiettivo dell'ufficio che parla di mantenere gli standard di qualità delle opere attraverso le verifiche ispettive anche delle grandi opere d'arte.

Coletta ha raccontato che nel 2006 cambia tutto grazie alla riforma dell'Anas, che sino ad allora era  concessionaria ma anche concedente, a causa del conflitto d'interesse Anas doveva uscire dal ministero e avere entrate proprie, pedaggi. Il problema è che all'inizio Invca era una scatola nuova con dentro gli operatori del vecchio ufficio, pochi e non preparati per i nuovi compiti.


Singolare lo scambio di battute fra il pm e l'imputato parlando dei mezzi necessari per effettuare i controlli: Coletta ha detto che ci volevano veicoli adeguati per fare ispezioni in autostrada perchè avevano avuto tanti incidenti, Cotugno ha detto che a suo avviso basta anche una Punto, o un altra auto in grado di circolare in sicurezza, "non serve una Mercedes ma basta una Panda" ha ribadito il pm. Coletta ha precisato che per raggiungere alcuni punti che permettono di osservare bene le strutture a volte serve un fuoristrada. "O si può andare anche a piedi" lo ha incalzato Cotugno. Un siparietto, insomma, davanti al giudice Lepri quasi attonito, per un tema forse non cruciale per il focus del processo.

Emblematico invece della superficialità con cui venivano effettuati i controlli sulle opere come i viadotti quando il pm Cotugno chiede all'imputato come mai affittavano i bybrige, i ponti che permettono di verificare sotto i viadotti, invece di acquistarli. La risposta è generica ma il senso è che non conveniva acquistarli perchè venivano utilizzati sporadicamente, affermazioni che contrastano con le normative che prevedono verifiche trimestrali con bybrige. L'imputato ha però garantito di avere inviato più circolari ai vari uffici di monitoraggio anche decentrati affinché controllassero ogni opera della rete. A fine udienza la chicca di Coletta, "non avevamo neanche i soldi  per il carburante".

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