GENOVA - Potrebbe essere stata una rapina finita male quella costata la vita ad Ahmed Chawqui, il marocchino di 55 anni accoltellato mercoledì pomeriggio a Genova nella sua casa alla Foce da un ragazzo di 17 anni conosciuto in un sito di incontri.
È una ipotesi al vaglio degli investigatori della squadra mobile, guidati dai primo dirigente Gianfranco Minissale. Il sospetto, tutto da approfondire, è che l'assassino abbia usato più di una volta le chat di incontri per adescare le vittime da derubare. L'indagine è andata su questo fronte perchè, quando il minorenne si è presentato in caserma a Chiavari, ha detto ai militari di avere preso il coltello in casa di Chawqui, ma non in cucina, bensì in un'altra stanza.
Una circostanza a cui gli investigatori non credono. L'arma non è stata ancora trovata. Intanto è emerso che il ragazzo è arrivato a Genova con il treno e si è diretto in via dei Pescatori, dove abitava il marocchino con il fratello. L'aggressione sarebbe avvenuta subito dopo il suo arrivo, in base a quanto ricostruito grazie alle telecamere di videosorveglianza.
I due, secondo il racconto del giovane, si sarebbero conosciuti in chat e poi si sarebbero visti una prima volta una settimana fa in stazione. Quello di mercoledì sarebbe stato il secondo incontro dal vivo. Un'altra pista seguita è quello della prostituzione minorile, anche se non risulterebbero altri incontri con clienti. Ai carabinieri il ragazzo aveva detto di avere colpito Chawqui perché lo molestava in chat. Un racconto che però non convince gli agenti.
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