GENOVA - Clamoroso al processo Morandi, a cinque anni e mezzo dalla tragedia un teste, Agostino Rusca, genovese di Pegli non potrà essere sentito in aula perché risulta indagato per gli stessi reati dei 58 imputati a processo.
L'uomo, indagato, ora rischia di essere rinviato a giudizio e giudicato con un altro processo. Di fatto è il 59mo indagato. Rusca, capo ufficio manutenzioni Aspi del Primo tronco di Genova, era sfuggito dalla maglia degli inquirenti perché per un errore di trasmissione ritenuto deceduto: a fare scoprire non era così ai pubblici ministeri è stata la sua convocazione in qualità di teste dall'avvocato che difende l'imputato Ugo Sartini, successore di Rusca a capo ufficio manutenzione della direzione Primo Tronco. Il nuovo indagato aveva preso il posto in Aspi di un altro imputato, Alessandro Natali.
Oltre a Rusca è stato indagato durante il processo anche un consulente esterno, l'ingegnere Fabrizio Noto, che ha lavorato per il progetto di retrofitting, citato in aula dall'imputato Emanuele De Angelis, responsabile per Spea per lo stesso progetto di rifacimento delle pile 9 e 10.
Indagati, ma per falsa testimonianza anche due testi ascoltati in aula, Andrea Pancani, responsabile dell'ufficio sorveglianza di Spea Utsa: prima aveva detto che in Toscana le ispezioni avvenivano nei cassoni dei viadotti, poi in aula ha detto il contrario
Stessa accusa per Giampiero Giacardi, direttore centrale delle risorse umane di Aspi sino al 2020: per i pm avrebbe mentito dicendo in aula cose diverse da quanto riferito in precedenza.
Oggi l'udienza per il processo si è tenuta nell'aula bunker a causa della forte pioggia che disturbava l'audio nella tensostruttura ricavata nell'atrio del tribunale. Sono stati interrogati alcuni testi a difesa di imputati di Spea, domani nessuna udienza, si riprende mercoledì.
IL COMMENTO
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