Cronaca

I giudici dicono no al cambio dei periti: il 15 ottobre al via confronto fra i tre periti dei pm e consulenti degli imputati, poi stop udienze sino al 13 gennaio 2025
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di Michele Varì

GENOVA - Potrebbe essere loro a fare spostare l'ago della bilancia per la sentenza del processo di ponte Morandi.
Giampaolo Rosati, ingegnere strutturista di Cinisello Balsamo (al centro nella foto), Renzo Valentini (a destra), ingegnere esperto in metallurgia e Massimo Losa (a sinistra), ingegnere specializzato in strade, dal 15 ottobre sfideranno i consulenti degli avvocati difensori dei 58 imputati.

Il fine è rispondere ai quesiti richiesti dai giudici per arrivare a capire le cause del crollo e le eventuali responsabilità.
E' stato ufficializzato nell'udienza di oggi in cui i giudici hanno respinto la proposta dei legali di sostituire i tre periti perché hanno già operato nei due incidenti probatori.

La perizia dovrà stabilire anche se era individuabile la corrosione dello strallo della pila 9 dove è avvenuto il distacco e se una volta accertata si sarebbe evitato il cedimento.

I periti del tribunale confermeranno quanto sostiene l'accusa, ossia che l'acqua è filtrata dall'esterno per la mancata manutenzione, i consulenti gli imputati ribadiranno che è colpa del difetto di costruzione del ponte in quel punto, mai rivelato dai costruttori e scoperto dopo il crollo.

La corrosione sarebbe iniziata subito, nel 67, affermano i legali, e nessuno poteva immaginare che lassù ci fosse un buco.

I pm dell'accusa rispondono in modo semplice: dopo avere ristrutturato le pile 10 e 11, che presentavano difetti analoghi, Autostrade per l'Italia e gli altri controllori avrebbero dovuto controllare anche la 9.

Invece nel punto dove è avvenuto il distacco nessuno ha mai effettuato uno scasso per verificare le condizioni dell'acciaio annegato nel calcestruzzo.

Questo nonostante lo stesso ingegner Morandi avesse avvertito del rischio corrosione e invitato a controllare bene tutte le pile.

La perizia sarà documentale e sarà svolta nella tensostruttura del tribunale: i responsi dopo 60 giorni e saranno discussi dal 13 gennaio.
Nel frattempo potrebbe non esserci nessuna udienza visto che solo uno dei 22 imputati che ha preannunciato dichiarazioni spontanee si è detto disponibile a farlo prima dell'Epifania.