Ma questi ci prendono per il culo! Scusate il francesismo, ma essere fuori dalle grazie di Dio è il minimo quando leggi sul principale quotidiano ligure, Il Secolo XIX, un’intera pagina pubblicitaria che recita: “La libertà è movimento”. E’ una campagna promozionale che interessa praticamente tutti i media italiani, solo che alle latitudini di Liguria non si può leggere o ascoltare.
Un esercizio di verità
L’editore di Primocanale, Maurizio Rossi, compie un esercizio di verità: siccome il movimento rappresenta la libertà, noi liguri che non possiamo muoverci non siamo liberi. Rossi riesce, però, ad essere cortese nell’esposizione. Io, invece, proprio non ce la faccio: mi incazzo di brutto! Autostrade per l’Italia non è più quella che si è fatta crollare il ponte Morandi, con 43 vittime, decine di feriti e una regione tagliata in due. Per averne una nuova abbiamo pagato 9 miliardi di euro, dei quali 2,5 ai Benetton, che detenevano il trenta per cento. Un regalo che la politica italiana fece per chiudere una partita che la vedeva presa per il bavero (dovrei usare un altro termine…).
Il Memoriale Morandi e il compito di ricordare
Abbiamo ingoiato pure quella decisione. E nei giorni scorsi è stato finalmente inaugurato quel Memoriale Morandi che ha proprio il compito di farci ricordare. Con un impegno preciso: l’accaduto non si deve ripetere. Forse è anche per questo motivo che la “nuova” società Autostrade ha riempito di cantieri il nastro autostradale ligure, che costringe tutti a code interminabili, talché ogni volta che parti ti raccomandi l’anima perché non sai quando arriverai alla tua destinazione. E’ vero, è la manutenzione che i Benetton, all’epoca i principali azionisti, non hanno fatto e quindi hanno lasciato in eredità. Però non era esattamente questa l’azienda Autostrade che ci aspettavamo. Ne avremmo voluta una, intendo, attenta alle questioni liguri, davvero consapevole che Genova ha pagato un pegno di sangue enorme sull’altare dell’incuria e del profitto a ogni costo. Avremmo voluto una società Autostrade che nel resto d’Italia dicesse pure che “la libertà a movimento”, ma che in Liguria e nel suo capoluogo avesse il buon gusto di tacere. O di dare delle spiegazioni più convincenti di quelle finora arrivate. Invece no. Come se nulla fosse, la medesima società dimentica completamente il crollo del Morandi e quei giorni terribili, le lunghe code di oggi a causa dei cantieri infiniti (che avranno una breve pausa giusto per le vacanze natalizie) e viene a dirci pure in Liguria che “la libertà è movimento”. Hanno una faccia di bronzo incredibile e non posso non ripetere quel francesismo: ci prendono per il culo!
“Guardi che se sbaglia poi ne deve trarre le conseguenze”
Siccome nella mia vita mi è capitato di occupare posti di responsabilità, una cosa mi sono sempre sentito ripetere dagli editori nei momenti delle scelte difficili: “Guardi che se sbaglia poi ne deve trarre le conseguenze”. Cioè dovevo essere pronto a fare fagotto e tornarmene ignominiosamente a casa. E perché lo stesso non può accadere nel caso di Autostrade? Io non so se qualcuno può avere il fegato di difendere quella pubblicità in Liguria. Ma se uno saltasse fuori persino a chiedere scusa, spiegando che la cosa è stata affidata all’esterno e che le strutture aziendali non se ne sono occupate, beh ci sarebbe da incazzarsi due volte. Anzi, tre. Perché l’azionista di riferimento della società Autostrade è Cassa Depositi. Cioè lo Stato italiano. Cioè la politica. Bisogna aggiungere altro?
IL COMMENTO
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