Basterebbe percorrere un breve tratto a piedi da piazza Verdi (antistante la stazione Genova Brignole) a via San Vincenzo per accorgersi della pavimentazione con pietre ballerine (in vari tratti) che costituisce un pericolo per anziani ed è sintomo di manutenzione urbana non controllata. Ovviamente si potrebbero fare moltissimi altri esempi di vario tipo (marciapiedi, asfalti, attraversamenti pedonali, raccolta rifiuti, qualità degli spazi pubblici).
Cosa interessa ai cittadini
Negli ultimi anni, a Genova come in altre città, grande attenzione è stata dedicata ai grandi progetti di trasformazione urbana (es. Waterfront della Foce), minore attenzione è stata dedicata al tema della riqualificazione e manutenzione ordinaria delle città, un argomento divenuto di particolare importanza a seguito della crisi della finanza pubblica, dei minori trasferimenti statali agli enti locali. I numerosi gruppi di cittadini che sui social network segnalano disservizi e problematiche della vita quotidiana (es. Il gruppo Genova contro il degrado con 17.215 follower) sono la dimostrazione della sensibilità comune e di una accresciuta attenzione verso questi temi.
Degrado e abbandono, come intervenire
Non è un problema solo genovese, oggi spesso le nostre città appaiono più trascurate, le manutenzioni di strade e spazi pubblici lasciano a desiderare, si ha la sensazione di aree, anche centrali, lasciate a loro stesse. Gli indicatori di questo degrado sono tanti e spesso variano da città a città: dalla qualità degli asfalti a quella di marciapiedi, dai parchi ai parcheggi. Si potrebbero fare molti esempi di questo abbandono: erbe infestanti, buche stradali, verde pubblico poco curato ecc. Le amministrazioni locali dichiarano di non avere risorse necessarie per curare aree comunali molto vaste, in cui i processi cumulativi di degrado si sommano da anni. Gli oneri di urbanizzazione inoltre hanno risentito del forte calo delle attività edilizie e pertanto questa fonte di entrate dei comuni è notevolmente diminuita.
Conservare la memoria storica e iconografica
La riqualificazione e la manutenzione (e il loro finanziamento) rappresentano una sfida per i comuni italiani nel quadro più ampio di un'agenda urbana con al centro i temi e problemi di riuso e rigenerazione. Si tratta di tematiche di rilevante importanza per alimentare il potenziale trasformativo delle città in aree e spazi a forte valenza rappresentativa e simbolica, in luoghi ed edifici caratterizzanti l’immagine veicolata all'esterno e con riferimenti identitari della memoria storica e iconografica.
Specie nelle aree centrali, attraversate non solo da cittadini, ma anche da city user e turisti, una sapiente azione in questa direzione può contribuire a mettere in luce e a “svelare” risorse nascoste e spesso ignote agli stessi abitanti (patrimonio storico-culturale) e far capire come queste possano diventare motore di nuove occasioni di sviluppo. Le frequentazioni turistiche, la riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini, l’apertura di nuovi locali e attività economiche, l’insediamento di nuove popolazioni e, più in generale, la collocazione della città in nuovi scenari di competitività, possono dare una sensazione di maggior dinamicità e di una realtà urbana che si presenta più aperta all’esterno.
Attivare il marketing urbano
Il ruolo delle politiche di riqualificazione/manutenzione urbana può essere centrale, può influire su non poche variabili connesse allìattrazione di nuove popolazioni e ha ovvie ripercussioni su valori immobiliari, qualità della vita, degli spazi pubblici e dell’abitare (inteso in senso lato di abitare un ambiente urbano, una parte di città). Manutenzione e riqualificazione possono attivare forme di marketing urbano, cioè attività di promozione e comunicazione rispetto a potenziali visitatori e investitori: alcuni luoghi urbani possono costituire dei "fiori all’occhiello" su cui investire forti valenze simboliche.
*Francesco Gastaldi, genovese, è Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia
IL COMMENTO
Genova non 'inciampi' nella manutenzione urbana
Toti, i costi della democrazia e l'ipocrisia di questa politica