"Mio nipote doveva essere salvato per questo ora vogliamo giustizia". Lo ha detto Bianca Taddei, la nonna materna di Andrea Mattei, il canoista di 14 anni morto per il freddo nel gennaio di due anni fa nelle acque dell'Entella a Chiavari. La donna ha parlato a margine dell'udienza dell'udienza preliminare svolta oggi in cui si doveva decidere se rinviare a processo sei pompieri che preso parte ai soccorsi e due istruttori del circolo sportivo che aveva organizzato l'escursione nel torrente.
Non abbiamo parole per descrivere il nostro dolore - spiega ancora Bianca Taddei - più passa il tempo e più il doloro diventa acuto e accettare tutto quello che è successo diventa sempre più difficile, all'inizio eravamo scioccati, c'è stata la reazione dell'adrenalina, non so come definirle, ma adesso dopo due anni, in più, assistere al processo è dura. Tanto è vero che mia figlia questa mattina non è stata in grado di venire, per noi è rinnovare un dolore che non si placa...".
La nonna poi spiega chi era il nipote: "Aveva quattordici anni... era un ragazzo d'oro, lo so, si dice di tutte le persone dopo la morte, ma lui lo era veramente - aggiunge la donna con la voce incrinata dalla commozione - un ragazzo sorridente, solare, lui c'era, quando entrava in un ambiente non passava inosservato, e poi era il mio unico nipote maschio e che mi avrebbe aiutato nella vecchiaia perché io abito in campagna ed era l'unico uomo della famiglia visto che oltre a mio figlio siamo tutte donne".
Il gip Carla Pastorini ha rinviato decisione al 25 febbraio per supplemento di perizia al consulente del pm Francesco Cardona Albini, decisione definita inaspettata dall'avvocato Rachele Destefanis che assiste la famiglia del ragazzo.
Roberta Barbanera, avvocato di due sommozzatori dei vigili del fuoco indagati, ha riferito che i due pompieri "hanno fatto tutto quello che potevano fare" sottolineando le difficoltà dell'intervento nell'Entella per le forti correnti del torrente.
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IL COMMENTO
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