Cronaca

1 minuto e 24 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
persone escono da un edificio

Una sentenza del tribunale di Genova ha ribaltato il castello accusatorio che vedeva due uomini di 45 e 38 anni, originari di Reggio Calabria ma residenti a Genova, a processo per lesione aggravate, sequestro di persona con l'aggravante del metodo mafioso. I due erano accusati di aver picchiato e sequestrato per circa un'ora caricandolo nella loro auto un 44enne per poi riportarlo nel bar dove era cominciata l'aggressione.

Le ricostruzioni del fatto

I fatti risalgono a marzo 2023, quando al 112 arrivano diverse chiamate in cui viene raccontato che un cliente di un bar è stato schiaffeggiato e caricato su un suv. La motivazione delle loro azioni sarebbe stata quella di intervenire in difesa di una donna picchiata. Tutto un altro film quello ricostruito dalla difesa e che ha convinto il giudice: "Il terreno era sconnesso come dimostrano le foto e il cliente è caduto a terra ferendosi da solo, gli imputati lo hanno fatto salire in auto per portarlo in una pubblica assistenza dove è stato curato, l'uomo non ha denunciato alcuna aggressione e le sue ferite non sono risultate compatibili con un pestaggio", dice l'avvocato Mario Iavicoli. 

La sentenza

Il manganello? "È stato trovato nel sotto sella di uno scooter lontano dal bar, si tratta di un'asta telescopica che si può acquistare ma non si può portare in giro per questo è stata inflitta una contravvenzione di nove mesi con la sospensione della condizionale. Per gli imputati è la fine di un incubo". Il giudice ha dunque assolto i due uomini dal reato di lesioni aggravate, sequestro di persona con l'aggravante del metodo mafioso. 

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