Nell'udienza del processo per l'omicidio di Nada Cella in cui la posizione dell'anziana mamma del commercialista è stata sospesa grazie a un perizia medico-legale presentata a sorpresa dall'esperto avvocato Vernazza, alla fine della giornata di interrogatori sono emerse due testimonianze che per l'accusa sottolineano ancora di più il coinvolgimento della novantatreenne Marisa Bacchioni nel delitto: la prima è stata una chiavarese amica di Porzia Cirigliano, vicina di casa dello studio del delitto, ora deceduta, che ha riferito che l'amica le aveva detto che quella mattina, il 6 maggio del 1996, prima dell'arrivo dei soccorritori aveva sentito un prolungato scroscio d'acqua provenire dal bagno dello studio confinante al suo corridoio.
Una rivelazione ritenuta molto importante dagli inquirenti. La Cirigliano, però, dopo il delitto, aveva detto di non avere sentito nessun rumore anomalo e di essersi accorta di quanto avvenuto solo dopo le 9.20 insieme al marito Francesco Bucello, dopo avere sentito il rumore provenire dalle scale dei militi della pubblica assistenza che portavano via la segretaria ferita dello studio adiacente alla loro abitazione. Nella circostanza la coppia aveva notato sul pianerottolo Soracco e la madre Marisa Bacchioni e Luciana Signorini, la ragazza disabile residente all'interno 7 (poi deceduta),vista uscire dalla sua abitazione. Successivamente Cirigliano invece aveva rettificato la sua versione parlando dello scroscio d'acqua sentito provenire dallo studio.
Mamma e figlio hanno negato di avere usato il bagno
Nessuno degli imputati ha mai detto di avere usato quel bagno la mattina del delitto. Solo il commercialista Soracco in un'occasione ha riferito che quando è entrato nello studio si era sporcato un dito di sangue e si era lavato, ma nel lavandino della cucina e non in quello del bagno, che invece, come aveva riferito la vicina di casa, non veniva mai usato.
A lavare sarebbe stata la mamma del commercialista
Nella ricostruzione dell'accusa Anna Lucia Cecere, la donna accusata del delitto (difesa dall'avvocato Gianni Roffo), dopo avere massacrato Nada si è lavata proprio nel bagno, poi ripulito dalla mamma di Soracco. Per il pm Soracco, e forse anche l'anziana mamma, subito dopo il delitto avrebbe visto Cecere nello studio.
Soracco: se avessi visto Anna nello studio l'avrei fermata
Ma rimane il grande dubbio: perchè i due se hanno visto l'assassina non l'hanno mai denunciata nonostante per decenni il sospettato, da indagato e da non indagato, è stato Soracco?
Il commercialista davanti a questa domanda risponde in modo quasi duro, come gli capita di rado, e come ha fatto di recente parlando con il cronista di Primocanale in una pausa della prima udienza del processo: "Se avessi visto Cecere nello studio avrei cercato di fermarla o tantomeno avrei avvisato la polizia" . Un comportamento che sarebbe stato logico, eppure per gli inquirenti ci sono le prove che il commercialista e la madre hanno protetto Cecere.
Il grande dubbio: perchè proteggono Cecere?
Meno chiaro il motivo di questi loro silenzi. L'imputata conosceva alcuni segreti dello studio che avrebbe potuto rivelare e mettere nei guai il commercialista? O forse Soracco era innamorato di Cecere, che fra l'altro non ha mai nascosto le sue mire per lui, e non solo dal punto di vista affettivo. Un'ipotesi, quella dell'infatuazione di Soracco, che però a distanza di quasi trent'anni non regge più, oggi, o meglio nel 2021, quando è stato riaperto il caso, il commercialista e la madre avrebbero avuto mille motivi per svelare finalmente la verità, per vuotare il sacco. O forse no, forse proprio perchè sono passati tanti anni adesso per mamma e figlio è più facile mantenere questa linea piuttosto che ammettere all'improvviso di avere mentito per quasi trent'anni.
Lo scroscio d'acqua riferito anche dal figlio della vicina
Il particolare del rumore dell'acqua riferito dalla vicina di casa è stato confermato davanti ai giudici anche dal figlio della donna deceduta, Giovanni Bucello, 57 anni, il finanziere ascoltato dopo l'amica della mamma: l'uomo nel '96 per alcuni giorni era stato persino sospettato del delitto, senza essere mai indagato, ma poi era stato chiarito che era estraneo al fatto. A fare indirizzare le attenzioni su di lui alcune apparenti stranezze o coincidenze: dopo un turno di lavoro come piantone alla brigata di Riva Trigoso era rientrato a casa verso le 8.30. Venne trovato a dormire dai poliziotti con ancora la divisa della finanza addosso, che poi lui portò a lavare in lavanderia. Fatti che però non avevano nessun collegamento con il delitto. In aula Buccello giovedì ha riferito ai giudici che la mamma Porzia gli aveva detto più volte dello scroscio d'acqua prolungato che proveniva dal bagno dello studio prima dell'arrivo dei soccorritori che prestarono le cure a Nada.
Attesa per la deposizione del frate
Ma torniamo all'importanza nell'inchiesta di Marisa Bacchioni, la mamma del commercialista che nella prossima udienza potrebbe uscire dal processo. La donna è accusata di avere taciuto agli inquirenti un particolare che invece avrebbe riferito a un frate: ossia che il figlio era innocente perché l'assassino era una donna invaghitasi di sua figlia. Il religioso, frate Lorenzo, l'ha confermato nel 2021 alla polizia, ed è nella lista dei testi più importanti: sarà ascoltato nelle prossime udienze.
Stralcio di Bacchioni, che sorpresa
La richiesta dell'avvocato Vernazza di stralciare dal processo Marisa Bacchioni grazie a una dettagliata relazione del medico legale Marco Lagazzi che parla di un improvviso decadimento mentale e pure fisico della novantenne non è stata osteggiata dal pm Gabriella Dotto e dagli avvocati delle parti civili come Sabrina Franzone che rappresenta la famiglia Cella: questo perché l'istanza avrebbe fatto bloccare il processo per alcune settimane in attesa di una controperizia e perché, evidentemente, il quadro dell'accusa contro Cecere rimane intatto anche senza la Bacchioni, che ovviamente anche nel caso di una condanna, per via dell'età, non sarebbe mai andata in cella.
Vero è anche che i reati addebitati a Soracco e alla mamma - favoreggiamento e false testimonianze ai pm - sono "reati sospesi": ossia si configurano solo se alla fine del processo si identifica il colpevole. Perchè se Cecere sarà assolta è evidente che cadono le ipotesi di accusa verso chi l'avrebbe favorita in quanto autore del delitto.
La priorità: condannare l'assassina
Questo per ribadire che la priorità del pm Gabriella Dotto e della famiglia della segretaria è cercare di incastrare la donna accusata di avere ucciso Nada: il resto è contorno, ed è per questo che nessuno si è opposto alla geniale trovata dell'avvocato Vernazza, un principe del foro che ad ogni udienza riesce a cavare un coniglio dal cilindro, in punto di diritto.
Fra l'altro nell'istanza presentata dal legale per stralciare Marisa Bacchioni dal processo traspare anche un gesto di grande cortesia d'altri tempi nei confronti della novantatreenne ora molto malata e con problemi di deambulazione, un'imputata, una cliente, ma anche e soprattutto un'amica e l'ex insegnante del liceo di Vernazza che - come ha ricordato lui stesso più volte con affetto - sino a pochi mesi fa, prima del repentino decadimento forse provocato da una brutta broncopolmonite, era apparsa, nonostante l'età, assai presente e lucida.
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